Questione di stimoli, di emozioni e sensazioni da provare, coltivare e continuare a ricercare fino all'ultimo giorno di attività agonistica, a cui si aggiungono talvolta incomprensioni di spogliatoio, clausole e cavilli contrattuali, variabili impazzite che rendono sempre più incerti i destini dei calciatori di oggi. Succede così che l'Italia, paese che negli anni ha forgiato è ospitato le più grandi bandiere del calcio mondiale, sia diventata ora patria degli infedeli, nomadi del calcio pronti a cambiar casacca in men che non si dica, cambiando latitudine e abbracciando sempre nuovi progetti.
A rivelarlo è il CIES Football Observatory, che contrappone alla figura di Francesco Totti, ultimo baluardo della monogamia calcistica, a quella di Luca Toni, che nella sua carriera ha cambiato ben quindici squadre. A quota quattordici, in questa particolarissima graduatoria, c'è Mauricio Pinilla, altra conoscenza del nostro calcio, mentre a completare il podio, a quota tredici, c'è KwesiAppiah del CrystalPalace. Diamanti, Borriello e Zukanovic stazionano poco più giù, insieme ad JaviGuerra del RayoVallecano, con 'appena' 12 centri sportivi frequentati in carriera. A chiudere la classifica, salvo qualche sporadica apparizione straniera, un altro pezzo importante di Italia, con Zappino, Brighi, Floccari, Meggiorini, Maresca, Castellazzi e FerdinandoCoppola a quota 10.
Aspetto caratteristico, che apre ad una lunga riflessione su un mondo del calcio, soprattutto quello italiano, nel quale i 'per sempre' non trovano più spazio e che forse per questo ha perso parte del suo leggendario fascino...