Due gol e un assist. E’ la serata di Mattia Valoti, grande protagonista nella Ferrara che fu anche di suo papà Aladino. Centrocampista come lui, centrale per la precisione. Caratteristiche diverse quelle di Mattia: più offensivo, bravo nel dribbling. Una cosa in comune la maglia dell’Hellas Verona, che Valoti jr. è tornato ad indossare dopo averla lasciata nel 2015. E ci voleva proprio quel pizzico di spensieratezza, di leggerezza (dell’essere…e del calciare il pallone!) per ottenere la prima vittoria fuori casa. Mica male il ragazzo, che personalità. Elegante nel toccare il pallone, ‘geniale’ nel trovare due tiri da tre punti (d’altronde è sempre figlio di Aladino…).
Geniale e imprevedibile, come la scelta di Pecchia di schierarlo titolare per la prima volta in campionato. E 34’ bastano per un gol e un assist. Poi a inizio secondo tempo ne fa addirittura un altro. 1-3 per il Verona sulla Spal e secondo posto. Ma se è vero che cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia si può fare anche un breve salto indietro. Gennaio 2015 per la precisione, il Verona giocava in casa e vinse 3-1 contro il Parma. Stesso risultato, stesso protagonista: Mattia Valoti. Entra dalla panchina sull’1-1 e cambia il match. L’assist a Toni e poi la rete del 3-1, la prima in Serie A con tanto di abbraccio euforico di Mandorlini, con il quale Mattia a dir la verità non aveva trovato molto spazio.
Classe ’93 Valoti, non si direbbe dal suo curriculum. Settore giovanile dell’Albinoleffe e poi papà Aladino da dirigente della società lo vende al Milan. Dura poco, pochissimo. Mattia ha bisogno di fiducia, di qualcuno che possa valorizzare la sua leggerezza-spensieratezza. Viaggia, gira, corre tra voglia di emergere e sirene di mercato che non gli sono mai mancate. Alla fine ritorna in gialloblu. Perché, in realtà, quel filo conduttore con papà e Verona non si era davvero mai interrotto. Destino o casualità, chissà. Intanto si gode una notte magica, nella sua vecchia-nuova città: quella degli innamorati…