"Chi vorrei appoggiare in caso diventassi presidente dell'Aic tra Gravina e Sibilia alla presidenza della Federcalcio? Rispondo che è giunto il momento di candidare un giocatore alla presidenza della Figc. Prima bisogna riqualificare l'Aic e poi spingere un ex calciatore e portarlo a candidarsi a guidare il calcio italiano.
Ci sono i presupposti, se ne parlerà a marzo, ma vorrei sgombrare il campo da ogni pensiero e dubbio. Io spingerò affinché si potrà portare, senza accordi o patti, un collega alla presidenza della Figc, che non sarò io ovviamente". Lo ha detto Beppe Dossena, candidato alla presidenza dell'Assocalciatori nel corso del webinar sul tema: «il riassetto dei rapporti economici nel calcio: sistemi di flessibilità e di premialità nell'ottimizzazione del costo del lavoro".
"Il calciatore deve essere al centro del sistema e mettere tutti intorno ad un tavolo per cercare delle soluzioni per quello che sta accadendo. La mia candidatura nasce non per dividere o spaccare, ma per portare l'Aic a diventare punto di riferimento", ha aggiunto Dossena.
"Le prime risorse che recupereremo, se diventerò presidente dell'Aic, le voglio destinare all'attività femminile. Bisogna creare un circuito professionistico prima di portare le ragazze al professionismo. Non chiediamo soldi a nessuno ma l'aiuto dei club. Il riassetto dei rapporti economici nel calcio: sistemi di flessibilità e di premialità nell'ottimizzazione del costo del lavoro - ha spiegato Dossena parlando del suo programma -. Bisogna poi essere feroci nell'impedire che persone che hanno già fatto danni nel nostro mondo si possano avvicinare a club e inquinare il sistema. Inoltre servirebbe un organo terzo che controlli, bimenstralmente o trimestralmente, che vengano pagati gli stipendi e mi batterò affinché sotto una certa soglia, le remunerazioni vengano pagate mensilmente per dare maggiore tranquillità ai ragazzi".
"Tutto quello che diremo da qui al 30 novembre data delle elezioni, è che il calcio è una comunità e io ritengo che se iniziamo a mettere regole e principi comuni, chi lavora in questa comunità deve guadagnare quanto pattuito", ha proseguito l'ex centrocampista che sul tfr ha spiegato che "se non ritorna sotto il controllo delle due categorie, calciatori e allenatori si rischia. Spero in un forum in cui si possa discutere di questi temi con l'attuale governance dell'Aic". Infine una battuta sulla Var. "La Var e le comunicazioni tra arbitri in campo devono essere messe a disposizione delle componenti".