La sua storia si avvolge continuamente su una parola: riflesso. Quello prodotto dalle qualità evidenziate tra i pali, abbacinanti: quello che, specchiandosi, mostra un 20enne unico capace di prendersi presente e futuro del calcio italiano. A 3 anni e mezzo dal suo debutto da professionista.
Quando scendeva per la prima volta sul prato di San Siro, in quel 25 ottobre 2015 contro il Sassuolo, Gigio Donnarumma non aveva forse bene idea di cosa sarebbe stata la sua vita da quel momento in poi. Un po' catapultato in campo all'improvviso, da sedicenne inoltrato, complice un momento non positivo per Diego Lopez: un po' perchè in pochi, forse, avrebbero immaginato in quegli attimi la nascita di una storia così. Un piccolo già grande destinato a conquistare tutti, ben oltre quei primi 90' in Serie A, mondo Milan in primis: ciò che ha amato sin da bambino e che pian piano, crescendo, è divenuto sempre più parte della sua esistenza. Ben oltre poster e orologi in cameretta.
Sbarbata scommessa di Mihajlovic prima: giovanissima certezza di un universo calcistico che per un attimo, e per un anno, ha temuto di perderlo, soprattutto dal punto di vista mentale. La questione-rinnovo a modificarne ironicamente cognome e realtà vissuta: il bimbo prodigio amato da tutti additato, all'improvviso, irriconoscente nei confronti del club che lo ha lanciato, di fronte alla chance di una nuova, ricca esperienza. Finito in mezzo a false banconote lanciate a gara in corso, durante l'Europeo Under21 in Polonia, e crollato in un Dollarumma che non poteva né doveva appartenergli.
Questione di riflesso, parata grazie al tempo e al cambiamento. Contestato e crollato nella scorsa stagione, culminata negli errori commessi in finale di Coppa Italia: deciso e decisivo, superando l'uscita a vuoto nel derby, in un presente che finalmente lo rivede essere se stesso. Specchio di una realtà che, ora sì, riflette nuovamente il vero prodigio, tutto calma e qualità: quello del volo su Khedira, del rigore parato a Dybala in Supercoppa, dei recenti miracoli di Roma. Di una porta rossonera e azzurra blindata, a più mandate, dalle mani più forti in prospettiva del calcio mondiale.
Vetro che riflette e non mente: di Gigio si parla da una vita, ma la carta d'identità parla di 20 anni compiuti oggi. Di un classe '99 con il 25 nel destino, tra data di nascita e debutto in A, per cui è cambiato tutto, senza però cambiare niente. Perchè Donnarumma, facendo passi avanti, è tornato indietro: ai tempi in cui nulla sembrava poterne scalfirne crescita, abitudini, la positiva realtà vissuta. Fermandosi davanti a uno specchio che finalmente, come miglior regalo di compleanno, è tornato a mostrargli la vera immagine di se stesso: riflesso di un fenomeno tornato, come qualche tempo fa, a brillare.