L'ultima esperienza col Bologna e ora un po' di pausa dai campi di calcio sui quali spera di tornare presto: Roberto Donadoni, intervenuto a Radio Anch'io Sport, ha parlato di Nazionale elogiando Mancini per la scelta di puntare su tanti giovani e vede il bicchiere mezzo pieno per quanto riguarda la moria di gol dell'Italia e degli attaccanti. Qualche battuta anche sul futuro e su quel Milan che un giorno spera di poter allenare. Ecco le sue parole:
"Manca un bomber a questa Nazionale? E' vero che c'è qualche difficoltà in fase realizzativa, ma non credo che ci sia un grande problema. Bisogna avere pazienza, ma sono tutti attaccanti che nel nostro campionato sanno segnare e quindi non credo ci sia un vero problema. Investire sui giovani come Cutrone e Kean? E' un'idea che ha una logica, ma se si fanno esordire i giovani e non si ha pazienza oppure si comincia con la solita solfa: "Eh ma bisogna avere pazienza", "Bisogna farli crescere nei club" non si va da nessuna parte. E' un po' il cane che si morde la coda. Mancini sta cercando di ringiovanire la Nazionale inserendo giocatori che magari non hanno una presenza costante nelle loro squadre. Bisogna farli crescere giocando partite internazionali e aspettarli.
Non credo che Mancini abbia scartato qualcuno, un ct non può e non deve mai scartare nulla. Sta facendo una ricerca, una cernita e vuole capire sei giovani possano integrarsi bene nel gruppo della Nazionale. Penso che anche Pavoletti, anche se non ha giocato contro il Portogallo sia preso in grande considerazione.
Sicuramente mancano anche i gol degli altri giocatori: centrocampisti compresi. Tendiamo a subire l'onda, ma non sono solo gli attaccanti che devono segnare ma tutti da reparti diversi possono e devono dare alternative. Una squadra che ha varie alternative in questo senso diventa pericolose e determinanti. Esterni e centrocampisti che sappiano inserirsi possono essere determinanti e devono esserci. Il nostro centrocampo attuale però, per quanto mi piaccia, non ha grandi doti realizzative ma un grande tasso tecnico. A me piace vedere il doppio playmaker Jorginho-Verratti poi chiaro che di volta in volta bisogna aspettarsi qualcosa in più.
Io di nuovo in Serie A? Mi auguro quanto prima. Vediamo quali saranno le opportunità, ma al momento non ho nessuna frenesia e fretta. Ho voglia di tornare ma sto aspettando la scelta giusta. Il Milan? Non dipende da sottoscritto solamente ci deve essere un passo in avanti anche di altri. Il Milan ora però sta facendo bene e credo che nonostante i molteplici infortuni che ha avuto sti disputando una buona stagione, deve solo trovare il ritmo giusto ma è molto competitiva.
Differenze tra questa Nazionale e la mia? La mia era più collaudata. A parte qualche giovane o altri che avevano meno presenze con questa bisogna ripartire. Non dobbiamo guardare al passato positivo o negativo perché non serve. Dobbiamo guardare al presente e lavorare con professionalità e cognizione di causa sapendo che l'Italia è sempre temuta. Anche se questo aspetto si è smussato e affievolito credo che abbiamo un tecnico e dei giocatori che possono migliorarci.
L'anti-Juve? La Juventus ha continuità. espressione di gioco e valori superiori che le altre non hanno. Le altre a volte inciampano in maniera clamorosa. La Juve invece dal punto di vista mentale è nettamente superiore".