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Data: 06/12/2016 -

Di Martino: "Le combine ci sono ancora: la criminalità non ha paura degli arresti"

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Roberto Di Martino, il Pm dello scandalo scommesse, ha un invito da fare a tutti i tifosi e appassionati di calcio. Inizia oggi il processo che per sei anni lo ha visto impegnato nelle indagini e il Procuratore capo utilizza le pagine de La Gazzetta dello Sport per lanciare il suo monito: "Sarebbe istruttivo seguire il processo sul calcioscommesse: ascoltare i silenzi, le amnesie, le giustificazioni fantasiose, i non ricordo e le varie scuse che di volta in volta i calciatori daranno nel dibattimento. Sarebbe istruttivo soprattutto per i tifosi, troppo spesso abbagliati da una fede e sempre pronti a difendere i loro beniamini anche quando le attività investigative dicono altro. Nonostante le confessioni, nonostante sia stato ampiamente dimostrato l’alterazione di numerose partite in tutte le Serie, sono in tanti a vivere con fastidio l’inchiesta che ha scoperchiato un mondo di malaffare e corruzioni. Forse avrebbero preferito tenere gli occhi chiusi, far finta di nulla. Suggerimento: oltre a guardare le partite, chi ha a cuore lo sport farebbe bene a informarsi anche su quello che accadrà nel processo di Cremona".

Tutto partì nel 2010, dopo un Cremonese-Paganese. Il Procuratore andrà presto in pensione e non inizierà il processo per il quale ha tanto lavorato: "Le inchieste non sono mai personali. Certo, sul calcio ho speso tante energie e gran parte del tempo lavorativo, ma ora tocca a due giovani pm. E il fattore età è un vantaggio. Seguirò il tutto da spettatore, sperando che ci sia una finale. Prescrizione? E’ possibile soprattutto per chi non è accusato del reato associativo. E siccome hanno patteggiato quasi tutti quelli in questa posizione, gli altri faranno il tifo per tempi dilatati. Questo processo ha bisogno di udienze serrate e ravvicinate, non basta farne una al mese. Solo io ho messo in lista 150 testimoni e vale la pena sentirli. Ma il processo sarà lo stesso utile".

Calciatori? Sono pur sempre uomini, con pregi e difetti: "Una inchiesta di questo tipo ha messo in difficoltà chi racconta ogni giorno un mondo perfetto, dove i giocatori, le squadre e i presidenti sono al di sopra di ogni sospetto. Non è così, purtroppo. Lo sport è fatto da uomini ed è inserito nella società, quindi ha gli stessi mali. E viviamo in un’epoca dove la corruzione dilaga. E più soldi girano, più la criminalità si avvicina. Il calcio è diventato una industria di denaro. Le scommesse sono uno strumento facile da manipolare per la criminalità. I tifosi sono rimasti al calcio di una volta, ma di romantico c’è rimasto poco. Se mi piace il calcio? Certo e in passato vedevo tante partite. Adesso non più: appena accade una azione strana, penso subito che dietro possa esserci qualcosa".

Le scommesse ci sono ancora? "Sì, la criminalità mica ha paura degli arresti. Altrimenti non dovrebbe esserci più la mafia. Istituzioni sportive? Un po’ mi hanno deluso, sono stati molto teneri. E poi ci sono alcuni istituti della giustizia sportiva, tipo l’omessa denuncia, che sono un invito all’omertà. La Nazionale ha come sponsor un bookmaker? Non serve un magistrato per dare un giudizio su questa cosa…". Frode sportiva, cosa si rischia? "Adesso si rischiano 6 anni di carcere anche se non c’è un’associazione. E chi indaga può utilizzare le intercettazioni, fondamentali. Si vede che non ci siamo inventati un castello di accuse… Ricorso per l'assoluzione di Conte? Vuol dire che le accuse non erano campate in aria. Ho girato ai colleghi un memoriale: è in buone mani".



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