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Data: 07/04/2018 -

Derby della Lanterna, l'attesa è quasi finita. Tra esordi, 'mandilli' e tanti ricordi: l'avvicinamento a Sampdoria-Genoa

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Da levante a ponente, da Bogliasco a Pegli, passando per il centro di una città che ha tanta, tantissima voglia di fare festa. L'attesa è (quasi) finita: poche ore e le luci del Ferraris si accenderanno sui novanta minuti più importanti dell'anno: 'La partita', come l'hanno definita Giampaolo e Ballardini alla vigilia. Unica, speciale, quella che a Genova e dintorni può davvero valere una stagione intera. "Perché il derby è dei nostri tifosi. È un affare di famiglia. - pensieri e parole dell'allenatore blucerchiato Marco Giampaolo, che sulla possibilità di conquistare il record di quattro derby vinti consecutivamente aggiunge - Per il record sono appeso ai miei giocatori".

"Il Derby è una partita unica, noi favoriti? Quella di Giampaolo è stata una battuta, la prendo come tale. - la risposta del collega Davide Ballardini - Qui il derby si vive in un modo anche molto sano, qui a Genova ci si prende in giro nel senso buono del termine e si va allo stadio assieme, é un grande segnale di civiltà. Il derby è una partita diversa, dalle emozioni diverse: non so descriverle ora, mi viene difficile, lo prepari e hai magari bisogno di parlare poco perché ci sono tanti motivi per fare bene”. E il modo migliore di vivere le emozioni che solo un derby sa dare, novanta minuti che per Giampaolo e Ballardini possono valere il futuro. Europa da una parte, salvezza dall’altra. Tra due tecnici imbattuti nelle stracittadine: tre vittorie per ‘Giampa’, due vittorie e un pareggio per ‘Balla’. Ma ogni derby è storia a sé, si sa.

E allora eccola l'attesa per un'altra nuova pagina tutta da scrivere, e da raccontare. La numero cento sedici tra Genoa e Sampdoria, questione di numeri, ma non solo. Perché a scendere in campo - illuminati dalla Lanterna - saranno anche e soprattutto i cuori dei tifosi. Tutti pronti a colorare il Ferraris, regalare l'ennesimo spettacolo al quale Genova ha abituato ormai da tempo. Quegli stessi tifosi che, in questi minuti, staranno cercando (invano) di chiudere occhio, svegliarsi il più tardi possibile e ridurre così al minimo l'attesa che li separa dal fischio d'inizio. Tra pronostici, cabale e gli immancabili sfottò: la parte più bella di una sfida lunga settantadue anni. "Belin domani Zapata vi tira fuori la pipa". "Altro che pipa, si è sbloccato Lapadula".

"Quest'anno non c'è storia, vincete voi" la gufata dei più scaramantici, "la decide il polacchino kow... Koz... com'è che si chiama?". "Kownacki belin, si chiama Kownacki" il botta e risposta dell'ultim'ora dei tifosi rossoblucerchiati, tra un 'mandillo' al pesto (fazzoletti di lasagne di pasta all’uovo) a Boccadasse, una 'panissetta' (sorella della farinata, preparata con farina di ceci bollita per almeno un'ora e servita fredda) e un cucullo (o coccoli, di origine araba, avvolti nella peppià, nome genovese della carta per alimenti) da Mario e l'immancabile focaccia. Rigorosamente al formaggio, se l'attesa la si sta vivendo a Recco. Ventisei chilometri e quaranta minuti di distanza da Marassi, ma la stessa 'ansia pre-derby' di chi il Ferraris lo ha ad appena due passi.

Come finirà? Appuntamento a Marassi per scoprirlo. E allora, parola al campo. Quello del Ferraris, che accenderà le sue luci sull'ennesimo Derby della Lanterna. Che a pensarci bene quasi quasi è meglio godersela al massimo quest'attesa: che è vero, toglie il sonno, ma emoziona e regala sensazioni che solo chi è cresciuto a pesto e focaccia può capire. Buon derby a tutti.



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