“Simone sarà emozionato perché ha vissuto tanti anni al Milan ma appena l'arbitro fischierà il calcio d'inizio penserà solo al suo Bologna. Gli auguro però un giorno di aver la possibilità di tornare al Milan da protagonista”. Il Simone in questione è quel Verdi cresciuto nel Milan che ora Donadoni si coccola. Quello che probabilmente in questo Milan che affronterà domenica sera col suo Bologna farebbe davvero comodo. Ne è sicuro Andrea De Vito, ora protagonista di un grande campionato in C col Siracusa (quarti a quota 29) ma per una vita nelle giovanili rossonere proprio insieme a Verdi. Compagni di squadra e… di qualche marachella: “Alla vigilia di una semifinale contro l’Inter, l’allenatore Stroppa ci raccomandò di mangiare bene e andare a dormire presto. Insomma, di fare vita sana. A noi però alla sera venne una fame tremenda. Così, di nascosto, io, Simone ed altri compagni andammo al Mc Donald’s e mangiammo l’impossibile! Il giorno dopo però vincemmo 3-0. Ricordo una partita pazzesca di Verdi ma in generale giocammo tutti alla grande”.
Ma facciamo un rewind. L’amicizia tra De Vito e Verdi parte da lontano, dalla provincia di Pavia. Quasi compaesani, i due: “Io e Simone non personalmente ma di nomina ci conoscevamo già prima di approdare al Milan. Lui giocava nell’Audax Travacò, io nel San Martino, squadre di due paesini in provincia di Pavia distanti poco più di 3 km. Era un derby. Ricordo che già ai tempi tutti parlavano del baby fenomeno che giocava con ragazzini di 3 o 4 anni più grandi. E già allora era impossibile da fermare…”. Da lì a poco da quasi compaesani divennero nel 2003 anche compagni di squadra. Iniziò il loro percorso verso il calcio professionistico. Per merito anche e soprattutto… del papà di Andrea: “Quando fui chiamato per un provino al Milan e fortunatamente fui preso, mio papà si permise di suggerire ai due responsabili di allora, Colombo e Bertani, proprio quel baby fenomeno di cui tutti parlavano nelle nostre zone. ‘Quel piccoletto non ha niente a che vedere né con mio figlio né probabilmente con tutti i suoi coetanei che sono qua’, disse papà – racconta De Vito in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com -. Si convinsero e sottoposero Simone a un provino. Così partimmo io e mio padre insieme a Simone e suo padre. Nemmeno a dirlo, dopo mezzo allenamento lo presero subito”.
Legatissimi, poi. Tanto da esordire in prima squadra addirittura insieme il 13 gennaio 2010 in Tim Cup contro il Novara. Ma quanti sacrifici per arrivare lì. I primi tempi tutti i giorni su e giù da Pavia: “Il pulmino ci veniva a prendere per gli allenamenti e ci riportava a casa la sera tardi. Abbiamo fatto tanti sacrifici per perseguire questo nostro sogno ma eravamo un gruppo incredibile. Non dimenticherò mai i viaggi a ridere, scherzare, ascoltare musica e così via, come tutti i ragazzi della nostra età. E avrò sempre un gran ricordo anche dei nostri autisti, persone davvero fantastiche!”. Si formò un gruppo incredibile, non solo Verdi e De Vito. “Eravamo 5 ragazzi di queste zone tutti molto legati e prima viaggiavamo insieme col pulmino, poi ci siamo trasferiti al collegio del Milan: io, Ghiringhelli, Verdi, Pasini e Meregalli. Ci sentiamo ancora spessissimo e abbiamo un gruppo Whatsapp tutti insieme. Una volta all’anno poi, al termine della stagione, organizziamo sempre una cena a Pavia o Milano per rivederci tutti. Quando ci siamo trasferiti al collegio del Milan invece vivevamo insieme 24 ore su 24. In ogni momento: dall’allenamento, all’andare a far la spesa passando per gli aperitivi in giro per Milano”.
Quasi fratelli. “Simone è un ragazzo con un cuore grande che non ha mai dimenticato da dove è partito. È umile e semplice. Ha però un carattere forte perché non è mai facile emergere se non ci credi veramente. Ha sempre avuto il calcio dentro, leggeva le situazioni in campo prima rispetto a tutti gli altri. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato a certi livelli e ora finalmente ce l’ha fatta. Poi, logico, ha avuto i suoi momenti di difficoltà come chiunque ma è riuscito a superarli alla grande”. Sognando magari “un giorno di poterlo affrontare di nuovo o magari giocarci insieme. Ma non solo con lui, anche con tutti i miei ex compagni con cui sono cresciuto. Sarebbe davvero un sogno poter condividere di nuovo certi momenti tutti insieme”. Proprio come ai vecchi tempi, quando Verdi era ancora solamente un giovane talento e non magari un rimpianto per quel Milan che affronterà domenica sera.