"Se c'è qualcuno che conosce il presente e il futuro del calcio spagnolo, quello sono io". Arrogante? Supponente? No, Luis De La Fuente era stato più realista del Re.
Quando si presentò come nuovo CT, lo scetticismo era tanto: cosa avrebbe potuto dare in più di Luis Enrique, allenatore di fama mondiale, un selezionatore che in carriera non ha quasi mai allenato un club?
I segreti di De La Fuente, CT della Spagna a Euro 2024
E invece i risultati gli hanno dato subito ragione: 15 vittorie nei regolamentari su 20 presenze in panchina. Ben 53 gol segnati e un trofeo conquistato dopo pochi mesi, la Nations League. In quel torneo, la Roja battè Italia e Croazia: un "antipasto" di Euro 2024, in cui la Spagna ha raggiunto la finale vincendo tutte le partite, un record assoluto.
"Non avevo mai pensato alla possibilità che Luis potesse diventare allenatore". Così Javier Clemente, ex CT della Spagna che allenò De La Fuente all'Athletic Bilbao. Nato ad Haro, sulle rive del fiume Ebro, nel 1961, Luis è stato un buon difensore, ha trascorso la carriera tra i Paesi Baschi e il Siviglia. Nel 2013 l'ingresso nei ranghi federali. In undici anni, i principali risultati sono l'Europeo Under 21 vinto nel 2019 a Udine e la medaglia d'argento a Tokyo alle Olimpiadi nel 2021.
Nel 2022, al suo arrivo, De La Fuente ereditava una nazionale scioccata dall'uscita ai Mondiali contro il Marocco: Euro 2020 aveva dato segnali di rinascita, il Qatar fu un brusco stop. Quella era una Spagna che aveva bisogno di eroi e li cercava ancora nella vecchia guardia: Busquets, persino Sergio Ramos. De La Fuente non si mise di traverso, ma applicò un passo alla volta i suoi princìpi, mise in campo quei giovani che conosceva così bene. Sì, perché molti dei calciatori che saranno in campo a Berlino erano già stati allenati da De La Fuente tra Under 19 e Under 21.
"Sono stato un calciatore professionista per 15 anni, 13 in Prima Divisione, ho vinto titoli, sono stato nella Federazione spagnola per 10 anni, ho disputato Europei, Olimpiadi. Adesso non voglio 48 milioni di allenatori, ma 48 milioni di calciatori. Voglio recuperare lo spirito del 2010, quel senso di appartenenza, che faccia dire "sono spagnolo". De La Fuente aveva le idee chiare fin dall'inizio. Quel richiamo al 2010 non è casuale: 14 anni fa Luis allenava il Bilbao Athletic, la seconda squadra dei baschi, mentre Vicente Del Bosque portava le Furie Rosse in trionfo a Johannesburg. Ora anche lui, 14 anni dopo, vuole aprire un ciclo vincente.
In questo mese in Germania, De La Fuente ha dormito poco (3/4 ore a notte, raccontano), per studiare partite e avversari e soprattutto dedicarsi ai rapporti umani coi suoi calciatori. "Gavi sarà il nostro ventisettesimo uomo": il centrocampista del Barcellona si era gravemente infortunato proprio in nazionale, oggi trascorrerà una giornata intera coi suoi compagni a Berlino. Anche questo è essere un CT. Leggi anche - Spagna, la probabile formazione contro l'Inghilterra
Nessuno conosce la Spagna e la nazionale spagnola meglio di lui, su questo aveva avuto ragione fin dall'inizio. Oggi De La Fuente non vuole mancare l'appuntamento con la "cuarta", il quarto Europeo della storia spagnola. Leggi anche - Spagna, De La Fuente: "Noi e l'Inghilterra le squadre migliori. Vince chi sbaglia meno"