“Davide è stato un ragazzo, prima ancora che un calciatore, che non ci possiamo dimenticare". Storia di un Capitano, lo speciale di Sky Sport dedicato a Davide Astori ad un anno dalla sua tragica scomparsa, inizia con parole che chiunque ha ascoltato, riascoltato e ripetuto in continuazione, parte di ogni discorso che riguardasse l'ex difensore della Fiorentina.
A pronunciarle è Massimiliano Allegri, allenatore che lo ha accolto in Serie A nella sua prima esperienza ai massimi livelli con la maglia del Cagliari: "Ho avuto la fortuna, con il presidente Giulini, di portarlo da noi. Veniva dalla Cremonese, e all’inizio era un ragazzo timido, titubante: poi, si vedeva che aveva delle qualità e delle caratteristiche per diventare grande giocatori ad alti livelli. E così è stato. Davide, quando è arrivato a Cagliari, era un giovane già vecchietto: questo lo ha aiutato molto a inserirsi nel gruppo, perchè era rispettato subito da tutti. Poi è cresciuto tantissimo, sino a diventare Capitano”.
Il debutto a Siena, entrando al posto dell'infortunato Canini: il primo gol in A, proprio alla Fiorentina, sistematicamente ripetuto su altre situazioni di calcio piazzato, arrivato su pennellata di Cossu. "Ricordo che è entrato senza problemi in partita, a freddo: gli ho fatto i complimenti, in una partita di A non è facile - le parole dell'ex difensore rossoblu - ma ha dimostrato il suo valore e lo ha fatto anche negli anni a venire. Aveva questa capacità di dimenticare subito in partita ogni piccolo errore che commettesse, era uno dei suoi punti di forza. Aveva altri progetti e sapere che non può realizzarli è un colpo, ma sua figlia saprà che grande uomo era suo padre”. "Fa piacere ricordare che Davide, con questo schema, fece il suo primo gol in A - ricorda Cossu - e di lui mi piaceva tutto, si faceva voler bene da tutti e aveva sempre una parola di conforto per tutti: mi manca tantissimo”.
A centrocampo, in quel Cagliari guidato difensivamente da Astori, c'erano anche capitan Conti e Nainggolan: "Davide è stato sempre speciale: ci siamo subito resi conto sia dello spessore umano che delle qualità che aveva, in campo ha sempre dato il massimo e fuori ci siamo resi conto di che persona fosse. Essere guidati da dietro penso che per un centrocampista sia fondamentale: Davide era uno di questi, la sua voce la sentivo in ogni azione. Mi ha dato una grandissima mano, infatti quando è poi andato alla Roma mi è mancato. Era un grandissimo leader, quando hai giocatori così in campo ti trasmettono tanto. Il pensiero a Davide lo faccio quasi tutti i giorni”. Dello stesso avviso il belga: "Davide si faceva sentire importante, voleva prendere la squadra sulle spalle, comandarla, e lo faceva bene: parlava poco, ma quando lo faceva si faceva sentire, alzava la voce e tutti lo ascoltavano, faceva stare sul pezzo tutti. Se penso a Davide penso solo a cose belle, alle partite giocate insieme”.
L'esordio in Nazionale in Ucraina, nel 2011, sostituendo Chiellini ("Davide è una persona che nel gruppo è stato sempre apprezzato molto più di quanto abbia poi giocato”) e guadagnandosi la successiva stima di Conte: "Dava serenità al gruppo: avevo la fortuna di avere una persona che sapesse come trasmettere il modo di essere leader in campo. Una persona affidabile, pulita, bella”. Le amicizie coltivate con Antonelli, Montolivo e soprattutto Ranocchia: "Eravamo sempre insieme in camera - ricorda il difensore dell'Inter - e una volta, in una riunione in Nazionale con Conte, ci era venuto da ridere, ma non potevamo farlo davanti al mister. Finita la riunione siamo scoppiati…Il gol che ha segnato anticipandomi in Cagliari-Inter, in mezza rovesciata? Mi ha preso in giro per 10 giorni di fila…tra l’altro dopo quella partita siamo andati a cena insieme a Milano, mi ha preso un sacco in giro. Era sempre felice, rideva tantissimo: aveva questo umorismo inglese e sembrava ti prendesse in giro, è stato veramente un grandissimo ragazzo. Innamorato della vita e con un ottimismo fuori dal comune”.
Infine, prima dell'esperienza alla Fiorentina, il passaggio alla Roma. Seguito e acquistato da Walter Sabatini, voluto e preteso...da De Rossi: “Era un giocatore molto forte, dal piede sinistro, faceva uscire bene la palla, molto bravo nell’anticipo. Quando sono filtrate le prime notizie su du lui alla Roma - racconta Sabatini - venne nel mio ufficio De Rossi e mi disse: ‘Ma stiamo prendendo Astori? Devi riuscirci a tutti i costi: non è solo un giocatore forte, ma un grandissimo compagno di squadra'. Fece un’ottima stagione. La Fiorentina gli ha offerto un palcoscenico superiore, gli ha offerto subito la fascia: Davide era un Capitano psicologicamente”. Rimasto, per sempre, nel cuore di tutti.