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Data: 09/03/2016 -

Dallo ‘sciagurato Egidio’, passando per Pancev e Pacione fino a... Dzeko: quando l’errore si trasforma in maledizione

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Sfortuna, imprecisione, sfiducia: mix esplosivo, agitare bene prima dell’uso e la… maledizione (del gol) è servita. In principio fu lo ‘sciagurato Egidio’, centravanti dal capello lungo e dal fisico imponente, che a metà anni ’70 fece disperare i tifosi rossoneri. “L’attaccante del Milan sventa la minaccia”, commentò una volta il genio di Beppe Viola rimarcando l’ennesimo grossolano errore sottoporta del buon Calloni. Errori divenuti leggenda e che nel corso degli anni hanno fatto storia e… proseliti!

Dal rossonero al bianconero, quanti di voi ricordano Marco Pacione? Il Trap per via delle indisponibilità di Briaschi e Serena lo mandò in campo contro il Barcellona nei quarti di finale di Coppa Campioni del 1986, ma l’attaccante della Juventus riuscì a fallire tre clamorose palle gol. “Pacione è stato un amico”, il commento irriverente dell’allora portiere del Barcellona. “Non voglio ricordare quella notte”, ripete ancora oggi Pacione che dopo quegli errori salutò in fretta e furia Torino.

Altra strisce, altra squadra, altra storia… maledetta. Quando l’Inter acquistò il ‘Cobra’ Darko Pancev, in casa nerazzurra erano certi di aver trovato l’attaccante giusto per fronteggiare lo strapotere dei ‘cugini’ rossoneri che dominavo la Serie A in quegli anni. Gol senza sosta con la Stella Rossa, nel curriculum una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale entrambe da protagonista, Scarpa d'Oro, secondo posto al Pallone d'Oro. Ma l’aria dell’Italia trasformò Pancev in un goffo e spuntato attaccante che all’epoca l’ironia della Gialappa’s definì come ‘il più grande non marcatore del campionato”.

Salto in avanti nel tempo, secondo decennio del nuovo millennio. Al Milan arriva il brasiliano Robinho, talento puro e carattere indolente. ‘O’Rey da pedalada’, lo chiamano così: quattordici gol nella prima stagione in Serie A, poi un’involuzione ‘calloniana’. Occasioni clamorose spedite al terzo anello, porta che diventa sempre più piccola con il passare delle domeniche. Lo sguardo che gli riservò Ibrahimovic dopo un gol clamoroso fallito da zero metri contro il Barcellona in Champions League, l’istantanea che meglio rappresenta il suo periodo rossonero.

Estate 2015, nella capitale sbarca Edin Dzeko, l’attaccante che nelle idee giallorosse dovrebbe portare la Roma alla scudetto: sforzo economico importante, precampionato e prime giornate di Serie A da stropicciarsi gli occhi. Gol vittoria alla Juventus compreso. Poi ecco quella sindrome maledetta. Infortuni, occasioni sprecate, panchina. Il gol fallito davanti ad un Olimpico incredulo contro il Palermo, l’errore (pagato carissimo) di ieri contro il Real Madrid in Champions solo due degli effetti della ‘maledizione’ che ha colpito l’attaccante bosniaco. Guarire? Si può, ma l’antidoto si trova solo sul campo. Effetti collaterali compresi. Lo 'sciagurato Egidio' insegna.



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