E' passata ormai una settimana, ma la gioia non è mica sfumata. Esistono emozioni talmente grandi da perdurare nel tempo. Non solo l'attimo in cui la cosa accade, ma vanno avanti e avanti, sbiadendo pian piano e facendo posto ad altre sensazioni, magari ancor più grandi. A Crotone è proprio questo il clima. E' proprio questo ciò che si vive, ancora. "Sono giorni che non dormo, da quando siamo stati promossi, perché per Crotone è una cosa incredibile". E be', ci crediamo. A parlare, in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, è Antonio Galardo, attualmente responsabile del settore giovanile del club rossoblù, ma anche centrocampista storico della squadra. Un'intera carriera praticamente in Calabria, con tutto il passaggio dall'ex Serie C alla Serie A, perché anche quest'anno una partita l'ha giocata, ad inizio stagione. Tutta la trafila insomma, mica male.
Prima volta nella storia, Serie A raggiunta, messa in tasca anche con qualche giornata d'anticipo. Il dominio c'è. E allora la domanda sorge spontanea: come si fa a partire con l'obiettivo salvezza e poi riuscire a dominare un campionato difficile come quello di Serie B? "E' una promozione costruita piano piano. Inizialmente puntavamo alla salvezza, poi partita dopo partita Juric ha capito e si vedeva palesemente che il Crotone non era inferiore a nessuno. Non c'era una squadra che ci ha messo sotto. Va grande merito ai presidenti. Pensate che avevano predetto l'arrivo in Serie A già dalla stagione 2002/03, e infatti ci sono riusciti, hanno portato la squadra nel calcio che conta. Per loro era più un sogno, ma ci credevano davvero.
Focus sui giovani, con il responsabile del settore giovanile non può essere altrimenti. E di giovani a Crotone se ne sono messi in mostra, non pochi: Capezzi, Ricci, Yao, solo per citarne alcuni. Ma l'ex bomber rossoblù salvaguarda la sua pelle: "Non posso dirti un nome pronto a spiccare, altrimenti farei un torto agli altri e mi picchierebbero". Scherza, sì. Ride. Poi torna serio: "Abbiamo fatto una grandissima annata anche con il settore giovanile, a partita dai Giovanissimi fino ad arrivare alla Primavera. Ci sono tanti ragazzi interessanti, che però ancora devono crescere. Devono mangiare tanta carne, come si dice da queste parti".
Il punto forte di questo Crotone? Anche l'allenatore, sicuramente. Un mondo favoloso quello di Ivan Juric, una parabola perfetta pronta a restare tale. Lega Pro, Serie B e adesso sicuramente Serie A. E Galardo ci ha giocato insieme, proprio in maglia rossoblù. E chi se l'aspettava che fosse così bravo ad allenare... Forse l'ex compagno di squadra sì: "Conoscevo Juric come persona e come giocatore perché abbiamo militato da calciatori insieme qui per cinque anni. Come persona è stupenda, ed era anche un buon giocatore. Non lo conoscevo da allenatore, ma sapevo che avrebbe potuto fare cose importanti, a maggior ragione dopo aver visto le prime due-tre partite. Un grandissimo merito va anche all'allenatore, che ha fatto giocare al Crotone un ottimo calcio. Grazie a lui siamo diventati la squadra da battere". Qualche segreto ce l'avrà, dai... "Tanta umiltà, lavoro, sacrificio e soprattutto tenere tutti sullo stesso piano". Ricetta perfetta... da A, sì. Juric chef, ingredienti perfetti in rosa. Ed è subito magia.