Prima sensazione quando i tifosi della Lazio hanno visto uscire dall’urna di Nyon il Salisburgo: sospiro di sollievo. Scongiurati gli spauracchi Atletico Madrid e Arsenal, la squadra biancoceleste vola nella terra di Mozart per i quarti di finale d’Europa League. Tra sinfonie e pallone, in una città che si estende sulle sponde del fiume Salzach e ha visto nascere uno dei geni della musica mondiale. La sua casa è ancora lì, nella Getreidasse 9, è denominata ‘Casa Hagenauer’ ed è uno dei musei austriaci più visitati. Questione di blasone, di storia. Come quella turbolenta e avvincente della Salisburgo calcistica. Mai banale. Partendo dal nome: ora Red Bull Salisburgo, ma nel tempo chiamata in tanti altri modi. Nella stagione 1993/94, per esempio, quando è arrivata in finale di Coppa Uefa era Casino Salisburgo. Quella partita la perse contro l’Inter di Marini e nel frattempo ha cambiato denominazione e colori sociali. Il motivo? L’acquisto della società da parte della Red Bull nel 2005. Via il viola come colore sociale, via anche il vecchio nome Wustenrot Salisburgo (dal 1997 al 2005). Tutto nuovo, due tori come simbolo e il bianco e il rosso sulle maglie. Novità che non è andata giù ad una parte della tifoseria, rimasta fedele alle origini del club. Il logo e il nome originali sono rimasti ad un gruppo di tifosi dell’Austria Salisburgo fondato nel 1933, che ha mantenuto vivi quei tratti distintivi dando vita ad una squadra che ora milita nella seconda categoria austriaca. Attenzione però, non tutti i tifosi del Salisburgo sono rimasti insoddisfatti dell’arrivo della Red Bull. E il motivo è facile da intuire, basta dare un’occhiata ai numeri. Dall’arrivo della multinazionale austriaca alla guida del club il Salisburgo è tornato ai vecchi e vincenti fasti, conquistando 8 degli ultimi 11 campionati, a cui vanno ad aggiungersi anche 4 Coppe d’Austria.
Come gioca il Salisburgo?
La squadra guidata da Marco Rose è solida è divertente. Vince ovunque. In campionato guida in testa a 8 punti dallo Sturm. 54 gol fatti e 19 subiti, miglior attacco e difesa del torneo. Una schiacciasassi insomma. Con 11 vittorie e 8 pareggi tra campionato e Coppe non perde in casa da 19 partite, e questa sicuramente non è una buona notizia per la Lazio in vista del ritorno alla Red Bull Arena. In Europa League se possibile va ancora meglio. E’ arrivata ai quarti grazie a 5 vittorie e 5 pareggi, subendo appena 5 reti di cui 3 dalla Real Sociedad ai sedicesimi di finale. Con il pareggio interno di ieri contro il Borussia Dortmund, si è portata a solo due partite dallo storico record dell’Ajax, rimasto imbattuto in competizioni Uefa per 21 volte consecutive. Prestazioni e record. Giovani di talento e gente di esperienza per un mix che sarebbe letale sottovalutare. 4-3-1-2 la formazione ideale. Occhio alla coppia d’attacco ben assortita con Dabbur e Hee-Chan Hwang, 20 gol in due solo in campionato.
Rose VS Inzaghi
Storie simili le loro. Entrambi giovani, già vincenti. Stesso anno di nascita, stesso percorso per arrivare in prima squadra. Con i trofei come denominatori comuni. L’allenatore biancoceleste attraverso due Coppe Italia e una Supercoppa Primavera. Il tedesco nato a Lipisa invece è reduce dalla vittoria della Youth League sempre con il Salisburgo. In patria è considerato un astro nascente, i numeri gli stanno dando ragione. Una sfida nella sfida tra due dei migliori allenatori emergentiu d’Europa.
Le stelle
Nessun campione, alcune ottime individualità. Prima tra tutte, quella di Munas Dabbur, attaccante israeliano classe ’92 autore di 22 gol tra campionato ed Europa League. Grande fisico e senso del gol. Ha iniziato giovanissimo nella squadra della sua città, il Maccabi Ahi Nazareth. E’ esploso lontano da casa, nel Grasshoper, in Svizzera. Nell’ambientamento lo ha aiutato il fratello dottore che abitava ad un’ora dal centro di allenamento: “E’ stata la mia salvezza”. Nel tempo libero consuma la Playstation e il suo migliore amico è Valon Berisha, suo compagno di squadra. Proprio il kosovaro è un altro di quelli da tenere sott’occhio. Nato in Svezia, di nazionalità norvegese ma di origini kosovare. E proprio nel Kosovo ha deciso di giocare in Nazionale. Nell’andata degli ottavi è stato protagonista assoluto con una doppietta al Borussia Dortmund. Così come l’altro attaccante della squadra, il coreano Hee-Chan Hwang, che con il Nizza è stato capace di segnare due gol nel giro di dieci minuti.
PROBABILE FORMAZIONE: Walke, Ulmer, Car, Ramalho, Lainer, Berisha, samassekou, Haidara, Schlager, Dabbur, H.Chan-Hwang