Prendere Luis Suárez e rivoltarlo come un calzino, in senso buono ovviamente. Fatto? Fatto. I colleghi di Helden TV hanno intervistato l'attaccante uruguaiano del Barcellona e gli hanno chiesto un po' tutto di tutto: dai segreti del suo successo a piccoli aneddoti sulla squadra di Luis Enrique. Sedetevi comodi perché di carne al fuoco ce n'è eccome...
"Sognavo di giocare nel Barcellona ma sinceramente non credevo nemmeno io di avere la qualità per farlo davvero, per essere il '9' blaugrana. Sogni sempre di poter giocare con i migliori del mondo e io lo sto facendo oggi con Leo Messi, con Neymar, Iniesta, Busquets...". Piccolo aneddoto sui torelli. "I torelli sono una cosa incredibile. Ti balza all'occhio la qualità dei miei compagni e quanto sia difficile toglier loro il pallone. Lo vedo come un privilegio potermi allenare con loro". La chiave del successo? "Non importa chi segni ma che la squadra vada bene. L'obiettivo è che si vinca tutti e questo è ben fisso nella nostra testa. Non esistono né invidie né gelosie con Neymar Jr y Messi. C'è un bel clima". Poi, altra piccola cosa però molto importante. "La gente si sorprende quando non facciamo il ritiro pre partita, soprattutto quando dobbiamo giocare contro il Real. Quando giochiamo fuori casa, viaggiamo la mattina stessa. Prima stiamo a casa con la famiglia. Quando giochiamo in casa basta semplicemente che ci troviamo allo stadio un'ora e mezza prima dell'inizio. E' un modo dell'allenatore per non farci pensare troppo alla partita".
Questione vita privata. "I miei bambini sono tutto per me, mi fanno cambiare l'umore in base a come stanno. Sono l'allegria della casa. Darei tutto per loro. Dedico loro ogni gol che faccio, vengono sempre a vedermi allo stadio e li ringrazio per questo". Luisito dallo psicologo? "Tutto il mondo sa che ci sono stato: abbiamo parlato, mi ha aiutato moltissimo. Non solo nel calcio. Mi ha aiutato a pensare di più nelle cose che faccio e non tenermi dentro tutto. Discutere no: spiegarmi e farmi capire sì va bene".