Si erano sfiorati appena, nel 2004 a Valencia. Si ritroveranno di fronte questa sera, uno contro l’altro, a sei anni di distanza dall’ultima volta, a sei anni da Roma-Inter, 1-0, gol di Vucinic e riscatto (parziale) della Supercoppa Italiana persa un mese prima a San Siro. C’è tanta casualità nel destino di Claudio Ranieri e Rafa Benitez, nei protagonisti annunciati di Leicester-Newcastle, testacoda pericoloso ma intrigante perché segnerà il ritorno in Inghilterra dello spagnolo e il quinto incrocio con l’italiano che comanda – a sorpresa – la Premier League, a due punti di vantaggio sul Tottenham. Numerose, originali ed anche coerenti le curiosità che legano il destino di Ranieri e Benitez, 64 anni il primo e 55 il secondo, protagonisti su quattro identiche panchine (Valencia, Chelsea, Inter, Napoli), debuttanti nel medesimo anno, il 1986, in mondi opposti, dopo un passato differente, attesi da un futuro - più o meno - simile: Ranieri a Lamezia, Benitez nelle giovanili del Real Madrid, laddove sarebbe poi tornato, prima di fallire. Un po’ come accadde a Ranieri, nell’estate 2004, quando subentrò proprio a Benitez alla guida del Valencia.
Prima, durante e dopo, in quel Valencia, c’era anche lui, Amedeo Carboni, classe ’65, che di entrambi conosce bene pregi e difetti, e di entrambi parla in esclusiva a Gianlucadimarzio.com. Priorità allo spagnolo: “Arrivò nel 2001 proveniente dalla B spagnola. Subentrò a Cuper, reduce da due finali perse di Champions League. Non era facile imporsi subito in una big, ci riuscì alla grande. Fu bravo a capire che bisognava puntare sulla fase difensiva per ottenere risultati”. Lo capì bene, lo capì presto: due trionfi in Liga ed anche la vittoria della Coppa Uefa. Poi l’addio. Al suo posto ecco proprio Ranieri: “Ma io ricordo con piacere soprattutto il suo primo debutto, tra problemi di lingua ed usanze diverse alle nostre (stagione ‘97-‘98)”. Esempio lampante: “Quando arrivò aveva l’abitudine di fare due allenamenti al giorno, ma presto capì che da noi era impossibile: in Spagna esiste la siesta, la squadra arrivava agli allenamenti in maniera disastrosa (ride, ndr). Si arrese subito, ma in poco tempo riuscì a creare coesione in un gruppo allo sbando, a fare piña”. In quella stagione conquistò la Supercoppa Europea salvo poi arrendersi all’esonero, nel febbraio 2005, successivo all’eliminazione dalla Coppa Uefa.
Le analogie tra i due, secondo Carboni, sono diverse e spaziano dal carattere tecnico a quello umano: “Entrambi – racconta – sanno fare gruppo, scherzare e ridere coi propri giocatori. E poi curano tantissimo la tattica. Ognuno a modo proprio”. La radiografia è presto servita: “Benitez è straniero ma ha studiato tanto e ha capito che bisogna giocare soprattutto senza palla. Ranieri, italiano doc, lo sapeva già, ma ha saputo perfezionarsi col tempo: difficilmente le loro squadre vanno allo sbando”. Sarà anche vero, intanto lo spagnolo è fresco d’esonero al Real Madrid ed ha accettato senza timore la corte di una squadra penultima in classifica, come il Newcastle: “Rafa ha avuto coraggio, il rischio è grande, ma ancor di più è la sua voglia di riscatto. Il Real Madrid era il suo più grande sogno, era importante ripartire subito. Benitez crede molto nei progetti, non solo nella squadra: se quest’anno si salva – e io credo di sì – l’anno prossimo avrà una squadra competitiva che potrà ambire a ben altri traguardi”.
È meno complessa del prevista la ricerca ai “perché” della stagione super di Ranieri con il Leicester: “A Valencia aveva un organico molto forte ma composto da singoli: ogni giocatore era un individualista. Al Leicester ha avuto la fortuna di trovare professionisti veri, seri, motivati, e da ognuno è riuscito a tirare fuori il meglio: la storia di Vardy ne è l’esempio. Spero ce la faccia a vincere il titolo, se lo merita. Davvero”. Ironia della sorte, una fetta di trionfo passerà proprio dal match di questa sera. Il primo "Ranieri vs Benitez" rimanda alla stagione di Liga '98-'99. Allora era Valencia-Extremadura, stasera sarà Leicester-Newcastle: “Non posso prevedere il risultato finale. Di sicuro entrambe le squadre dovranno rischiare qualcosa, soprattutto il Leicester: il pari serve poco".
A cura di Fabio Tarantino - @FabTarantino_19