Quello che conta non è la statura, ma la fame. Parola di Emanuele Giaccherini. Una vita in salita passata a dimostrare di poterci stare lassù; perché la Serie A la puoi conquistare da campione, oppure con il lavoro e la gavetta sui campi di periferia. Il ‘Giak’ l’ha strappata così, senza troppe parole, ma con il cuore e i polmoni. Sacrifici che poi lo hanno portato a vincere, a esultare per lo scudetto con la maglia della Juventus, squadra che ritroverà questa sera da ex.
“Se c’è un rigore lo batto io!”: voglia di segnare contro l’amico Buffon, e di esultare contro la sua ex squadra, quella che gli ha regalato la nazionale e l’ha lanciato nel calcio che conta. Sarà difficile contenere la gioia nonostante i bei momenti passati in bianconero. Il più bello? Quella rete decisiva per lo scudetto contro il Catania all’ultimo respiro. E poi la stima dei compagni, dei tifosi, degli avversari…
Semplice e Umile, ‘tuttofare’ di Antonio Conte che si è innamorato della sua duttilità. Ci pensa il commissario tecnico per l’Europeo in Francia, ci crede il Bologna che ha scommesso fortemente su di lui. E pensare che ‘Giaccherinho’ col professionismo voleva chiudere nella primavera del 2007. Un anno in prestito in Seconda Divisione a Bellaria ed una stagione condizionata da troppi infortuni. Smettere o continuare? L’idea di andare col papà a fare l’operaio è concreta, ma la voglia di inseguire i propri sogni ha un sapore diverso.
163 centimetri di intelligenza tattica, il ‘Giak’ non ha mollato. È cresciuto nel Cesena di Bisoli, ha vinto con la Juventus, è volato a Sunderland per diventare grande. Alti e bassi coi 'Black Cats', e poi l’approdo l’estate scorsa nell’Emilia rossoblu. La strada è quella giusta: gol, assist ed il solito straordinario apporto alla squadra. L’attesa per la partita di stasera sale, non solo per una città intera, ma anche per un ragazzo nato a Talla trent’anni fa, che incontra il suo passato e sogna il gol dell’ex.
Tommaso Turci