Poco più di un anno fa Marcelo Brozovic prendeva un volo per Milano, Ata Linate. Non c'erano tifosi ad accoglierlo, perché atterrò in un aeroporto privato. Solo giornalisti. Lui però non parlava né italiano né inglese, solo qualche parola. "Forza Inter" e una sciarpa nerazzurra, una valigia in mano e un ciuffo biondo che ora non c’è più.
Sei mesi, toccò a Ivan Perisic. La trattativa fu molto più lunga, estenuante. Mancini aveva deciso: voleva solo lui. Ausilio riuscì ad accontentarlo. Alti e bassi nei primi mesi all’Inter, segnali positivi contro il Verona a inizio anno, poi la grandissima partita contro la Juve. Un gol lui, due Brozovic. L’Inter croata è arrivata fino ai calci di rigore. In campo non c’era Mandzukic, un altro titolare della nazionale croata.
Quanto tempo è passato da quel 16 novembre 2014. Italia-Croazia, anche quella volta a SanSiro. Brozovic e Perisic titolari, uno giocava nella Dinamo Zagabria e l’altro nel Wolfsburg. Marcelo giocò un partitone, davanti agli occhi dell’Inter, che forse proprio lì decise ad acquistarlo. Finì 1-1. Il gol della Croazia lo segnò proprio Perisic.
Ora è tutta un’altra storia. La Serie A croata ha perso Kovacic, ma ha trovato tanti altri giocatori di spessore. C’è Kalinic, che è esploso con la maglia della Fiorentina. C’è Badelj, un altro rigenerato da Sousa. C’è Vrsaljko, uno dei migliori terzini del campionato per rendimento. Sono sei i giocatori della nazionale croata che giocano in Italia. E indovinate chi ha segnato nell’ultima partita, l’amichevole contro la Russia? Mandzukic, Kalinic e Brozovic.
Brozovic è migliorato tatticamente con Mancini, su Badelj e Kalinic è stato fondamentale il lavoro (e la fiducia) di Sousa, Allegri ha esaltato le qualità di Mandzukic, che segna quando conta e lotta come un leone, Vrsaljko è cresciuto in fase difensiva grazie a Di Francesco. Se al mix ‘italiano’ ci aggiungiamo due dei migliori centrocampisti del mondo come Rakitic e Modric, il gioco è fatto. Il neo ct Cacic, in carica da settembre, ha provato anche un 4-4-2 per far coesistere Kalinic e Mandukic. Sono due prime punte, ma fanno movimenti diversi. Più facile però pensare a un 4-2-3-1 per sfruttare tutti i centrocampisti di qualità. Modric, Rakitic e Brozovic in mezzo, Perisic e Pjaca sugli esterni. Marko Pjaca ha solo 20 anni e gioca ancora in Croazia, nella Dinamo Zagabria. Ma può diventare al livello dei compagni se migliora ancora. Insieme a Kovacic, che di anni ne ha 21, è uno dei talenti migliori. Con gli insegnamenti di Rakitic e Modrid, possono arrivare molto in alto. Come anche Pasalic, ben 7 gol al Monaco da centrocampista (è in prestito dal Chelsea), e Halilovic, classe ’96 di proprietà del Barcellona che in prospettiva è tra i più forti d’Europa, ora è in prestito allo Sporting Gijon. Ma ci sono anche Kramaric e Mocinic, un attaccante e un centrocampista.
Tutti giocatori offensivi e dai piedi buoni, perché la Croazia dal centrocampo in su è tra le squadre più forti d’Europa: poche nazionali possono vantare due centrocampisti come Rakitic e Modric, che giocano in Barcellona e Real Madrid. E la difesa? C’è da lavorare, ma Cacic può schierare una formazione competitiva. In porta Subasic del Monaco, in difesa Vida e Lovren, una coppia di centrali di buon livello. A destra oltre a Vrsaljko c’è anche l’ex Roma Jedvaj. Bisogna vedere chi arriverà più pronto all’Europeo, in ogni caso in prospettiva il talento non manca. Cacic potrebbe preferire l’esperienza del capitano, Darijo Srna, che può giocare su entrambe le fasce. A sinistra c’è anche Pivaric, della Dinamo Zagabria. Insomma, all’Europeo occhio anche alla Croazia. Magari non come favorita, ma da outsider. Prima, però, c’è da passare un girone duro, contro Spagna, Croazia, Repubblica Ceca e Turchia. Anche qui non mancheranno le sorprese.