(Sopran)Nomen-omen: “Lo chiamiamo indiavolato”. Appellativo direttamente promosso da Abbiati che casca a pennello se giochi nel Milan, “Diavolo” da una vita, ed il primo pallone giocabile in area finisce in porta, dopo essere transitato dai tuoi piedi. Un minuto, 41 secondi: tanto ci ha messo Patrick Cutrone a trasformare in oro l’ennesima chance avuta in una stagione in cui ormai il termine “sorpresa”, per il classe ’98, è divenuto ormai decisamente démodé, nel secondo gol rossonero più veloce in campionato dalla vecchia (e ancor più rapida) firma di Muntari in Juventus-Milan del 6 ottobre 2013.
Sentenza: “Se c’è in campo Cutrone è gol”, il coro dedicatogli dai tifosi milanisti. E tanto per non smentirli, nella migliore delle conferme, il “63” non desiste dal proseguire in ciò che gli riesce meglio: segnare. Miglior marcatore stagionale del Milan, a quota 12 reti, e prima doppietta in campionato per aprire e chiudere la gara, rendendo ancor più dolce il feeling maturato con Ferrara e il “Mazza” sbocciato il 10 ottobre scorso: momentaneo 2-0 realizzato con la maglia dell’Under21 nell’amichevole contro il Marocco, nella stessa porta della prima firma odierna contro la SPAL, e crescita verso la maturità ormai sempre più intrapresa, al pari di quella di un Milan totalmente ribaltato a livello mentale e di gioco da Rino Gattuso.
Doppia, chiara indicazione: ottavo risultato utile consecutivo, con la capacità di ottenere punti anche non brillando, e quarta gara nelle ultime 8 senza subire gol: la strada per l’Europa, con il sogno Champions League ancora lontano ma non del tutto irraggiungibile, resta apertissima. E i particolari (non troppo in secondo piano) relativi alle prime reti stagionali in campionato segnate da Biglia (difeso a spada tratta dal proprio allenatore) e Borini risultano segnale inequivocabile sull’utilità e la compattezza di un gruppo ora sempre più unito: simbolo di come in una stagione da tre competizioni disputate, ancora pienamente nel vivo, ogni singolo elemento in rosa risulti importantissimo in rotazioni doverose da portare avanti, soprattutto verso un prossimo mese da ben 8 gare in programma.
Al di là di ogni negazione del diretto interessato, insomma, nell’eventuale prosieguo positivo di una stagione apparentemente svoltata, sarà difficile per Gattuso smentire ogni merito attribuitogli nella decisa sterzata rossonera verso un miglioramento costante. Troppo diverso nella solidità, questo Milan, nella capacità di saper soffrire, nel trovare finalmente una continuità di rendimento e risultati: tutto ciò che è mancato in una prima parte di stagione da dimenticare e che, nelle speranze rossonere, non dovrà compromettere alcun obiettivo prefissato, nonostante i tanti punti persi banalmente. Con una certezza sempre più salda, contrapposta ad attese continuamente mancate: quel Patrick Cutrone che, da “tarantolato”, ha saputo porre la sua impronta sull’annata milanista dal primo giorno di ritiro all’ultima gara giocata. Gol in partitella a Milanello o 12° in gare ufficiali non fa differenza: “indiavolato”, sempre e comunque. (Sopran)Nomen-omen del bomber di un Milan che nessuno, ad inizio stagione, avrebbe immaginato trascinato dai gol del miglior bomber della storia del suo settore giovanile.