“Not so Special One” titolano i tabloids in Inghilterra. Pioggia di critiche per Mou, visti i risultati. E come potrebbe essere altrimenti. In Premier League non vince da 4 partite, ritrovandosi dopo appena 10 giornate ad otto punti di distacco dai cugini del City e da Wenger, non proprio l’amico di sempre.
Stessa storia in Europa: il terzo posto momentaneo nel Gruppo A non può far certo dormire sonni tranquilli all'allenatore portoghese. Ma c’è di più. Lui che doveva riportare lo United ai vertici, in questo avvio di stagione è riuscito addirittura a far peggio dei suoi predecessori Moyes e Van Gaal, fino ad essere considerato il secondo peggior manager di sempre per i Red Devils. Davanti a lui il solo Dave Sexton nel 1977, che prima di raggiungere le 5 sconfitte sulla panchina dell’Old Trafford impiegò 15 partite; Mourinho 17.
Malissimo, Mou. Preoccupante, soprattutto considerando come al Chelsea 5 match li perse dopo 55 partite; al Real dopo 52. Crisi. Dopo aver definito la sua vita a Manchester un ‘disastro’ a causa dei paparazzi, nemmeno i risultati in campo sembrano dargli conforto. E l'hashtag #MourinhoOut inizia a prender piede sui Social.
Eppure è in buona compagnia. Strano a dirsi, ma a vivere un momento decisamente no è anche Ibra. Possibili mal di pancia all’orizzonte? È presto per dirlo, ma dopo una partenza sprint condita da 4 gol nelle prime 4 di Premier, lo svedese ha perso brillantezza. Anzi, fa fatica. E non segna dal 29 settembre: un’eternità per uno come lui. Troppo poco un solo gol nelle ultime 10. Nervi a fior di pelle. L’episodio accaduto ieri contro Kjaer è solo l’ultimo in ordine cronologico. Ibra fatica, non incide. Ed è criticato dai tabloids ma anche dai propri sostenitori. Il motivo? Non si è recato a salutarli sotto il settore a loro riservato dopo il match di Istanbul. Nervoso, appunto.
Tempi duri in quel di Manchester: urge un cambio di marcia, subito. Ma attenzione: guai a sottovalutare quei due insieme perché il rischio di andare incontro a figuracce è dietro l’angolo.