Il Valdanito a cuore aperto. In una lunga intervista rilasciata al programma di Fox Sport “House of Football”, Hernan Crespo racconta il suo passato e la sua esperienza da allenatore: “Vengo dalle giovanili, e l’impatto con la prima squadra è stato grande. Pensavo che per far emergere talenti, mancasse opportunità oppure non erano pronti. In realtà il passo tra la Primavera e la prima squadra è enorme. Credevo fosse una questione di possibilità concesse, in realtà il distacco tra i giovani ed i professionisti è enorme in termini generali.
In serie B ci sono dinamiche completamente diverse, chi gioca nella seconda divisione crede di essere in lì per mancanza di talento, è una questione di bassa autostima. Le società stanno vivendo situazioni difficili, e per questo motivo volte invece di avere un maestro che può insegnare calcio ai ragazzi, fanno allenare chi non dovrebbe. Non è facile fare l’allenatore, devi sempre stare attento, pesare le parole che dici, e soprattutto avere rispetto delle altre persone.”
Mai una parola fuori posto, Crespo è sinonimo di grinta e spirito di sacrificio, ma anche di grande tranquillità in panchina: “Non sono così calmo come sembro, io mi agito, però conosco il momento. Come quando ero calciatore. Non faccio gesti fuori dalle righe, non li ho mai fatti. Sono fatto così. Fuori dal campo è normale correggere gli errori, e l’allenatore deve dire le cose che pensa. La realtà è che alla partita si arriva con già tutto il lavoro svolto, puoi solo correggere qualche imperfezione a gara in corso. Mourinho? Josè è un grande comunicatore, non ho mai giudicato allenatori per il mio minutaggio. Bisognava capire se dicevano il vero oppure no. Trovare un allenatore che improvvisava in quel momento, per me era una mancanza di rispetto.”
Nella vita ci vuole buon senso, anche riuscire a scindere il lavoro con la vita sociale: “Io non cambio mai carattere, do tanto e pretendo tanto. Sono consapevole che esistono altri fattori, come la famiglia. È difficile quando sei un allenatore staccare, ma io lo voglio farlo quando sono a casa, e voglio che lo facciano anche i miei giocatori. I miei ragazzi devono essere macchine da guerre quando scendono in campo, ma sono degli esseri umani: ci sono fattori esterni che sono importanti.”
L’ex attaccante argentino è stato allenato da Ranieri tempi del Chelsea: “Nell’anno in cui Claudio è arrivato ai blues, era il momento del cambio di proprietà. Ha dovuto fare da tramite tra la vecchia guardia e la nuova. Era cambiato tanto, siamo arrivati secondi in campionato, ed in semifinale di Champions League col Porto di Mourinho. Ranieri non ha mai fatto grande possesso palla ma quando i suoi attaccanti ripartono lo fanno con grande velocità, poi l’entusiasmo è importantissimo. La cosa incredibile è il salto di qualità mentale che ha fatto fare Ranieri alla sua squadra, perché giocare a viso aperto in questo modo con il Manchester City significa maturità. I giocatori sanno benissimo quello che devono fare, sono ordinati e pensano sempre alla prossima giocata”
Hernan è convinto che Zidane sia l'uomo giusto per il Real Madrid: "Non è un ignoto nello spogliatoio del Real Madrid, condivideva lo spogliatoio già quando c’era Ancelotti. Quando Carlo era al PSG mi voleva come suo vice, ma la società voleva far crescere un suo uomo, così ho preso un’altra strada."
Crespo racconta infine un aneddoto su Baggio: ""Arrivai nel 96 dovevamo giocare contro il Milan al Tardini. Devi venire devi venire! Vado in sala massaggi. E c'era Baggio che mi salutava. Mi regali la tua maglia e io ti do la mia? Mi dice! Baggio mi conosceva... Ero incredulo!"