Un'ampia panoramica sul nostro campionato quella effettuata da Hernan Crespo nell'intervista concessa ai microfoni del Corriere della Sera di oggi, partendo da Milan-Lazio di questa sera, con due sue ex squadre a confronto: "A Roma sono diventato capocannoniere. Mi sembrava di essere tornato ai tempi del River Plate: stadio gigantesco come il Monumental, una metropoli dove vivere. Il Milan fu un sogno breve: per me che avevo Van Basten come mito, vestire la maglia rossonera fu una grandissima emozione. Montella? Diciamo che ha un’idea di gioco ma ci vorrà del tempo per implementarla nel Milan".
Spazio poi al piccolo sbandamento della Juventus, trascinata comunque dal suo connazionale Gonzalo Higuain: "Solo la società bianconera, dopo Calciopoli, si è riprogrammata ed è ripartita. Basti pensare che quando ad aprile pianificava di vendere Pogba per finanziare Higuain, Milan e Inter stavano cercando di capire chi fosse il presidente. L'esclusione di Gonzalo contro l’Inter ha fatto scalpore ma è impensabile che giochi sempre. E comunque per me resta il centravanti più forte e più completo del campionato. Scudetto? Finché le milanesi non si rimetteranno in piedi la Juve è destinata a vincere. Senza progettualità non c’è storia".
E la Roma? "Se fossi in Totti, con l’amore che prova per la Roma, sarei molto preoccupato. Perché? Se una squadra che ha grandissime doti tecniche dipende così tanto da lui ha evidenti problemi di personalità. È il parafulmine della squadra: la visione del gioco ce l’avrà anche a 50 anni ma mica può stare in campo fino ad allora. Lui gioca perché toglie responsabilità a tutti e senza di lui gli altri verrebbero sbranati".