La fotografia della gente del San Vito-Marulla è quasi identica a quella di un anno fa nella notte che spalancò le porte verso un sogno chiamato Serie B. Era il 10 giugno 2018, Südtirol eliminato nella semifinale di ritorno playoff e pass per l’Adriatico in tasca. Il resto è storia.
Molti dei 10 mila tifosi presenti oggi al San Vito-Marulla per la gara contro il Venezia erano in tribuna anche un anno fa, in quella notte che entrò nella storia del popolo cosentino (in 20 mila all’epoca sugli spalti). Visi un minimo più invecchiati, stessi protagonisti. Un copia-incolla di felicità. In cielo, una stella a brillare in maniera ancora più splendente rispetto al solito: quella di Denis Bergamini, che i tifosi del Cosenza hanno ricordato anche oggi con una splendida coreografia (QUI)
365 giorni fa, infatti, nemmeno il più ottimista dei tifosi rossoblù avrebbe immaginato l’anno da sogno che avrebbe vissuto. La squadra di Braglia aveva perso malamente il derby con il Rende, scatenando la rabbia dei tifosi. Ma quello che doveva essere un funerale calcistico solo da celebrare si trasformò in un corteo di festa coronato dalla storica promozione finale in Serie B (tramite i playoff), categoria che a Cosenza mancava da 15 anni. E adesso ‘salva’, un anno dopo.
Tutino in rovesciata e l’abbraccio di Cosenza
Oggi, 1 maggio 2019, quella festa ha aggiunto un altro capitolo alla storia. I protagonisti, sugli spalti così come in campo, sono quasi sempre gli stessi. La firma di Gennaro Tutino – uno dei grandi eroi della promozione in Serie B – non è altro che l’epilogo scontato di un film dal finale dolce per i colori rossoblù: una rovesciata così bella da far stropicciare gli occhi al pubblico del San Vito-Marulla. Prodezza pazzesca (QUI) e dagli spalti la stessa colonna sonora che i tifosi napoletani dedicavano a Maradona.
A Cosenza, Genny, arrivò nel’estate del 2017 con l’etichetta di ‘testa calda’ e ‘talento sprecato’: un anno dopo è l’idolo incontrastato del popolo rossoblù. Una simbiosi perfetta con una città che lo ha adottato e che lui stesso ama visceralmente: l’esultanza finale, durante la festa salvezza (nella FOTOGALLERY in alto tutte le foto), lo testimonia. Prima, subito dopo il gol del momentaneo 1-0 (1-1 il finale), l’esultanza con le mani al cielo e il pensiero alla piccola Benedetta, figlia che Gennaro ha voluto far nascere e crescere proprio in quella città dove lui è rinato.
Da Braglia al ds Trinchera: viaggio nella favola Cosenza
Piero Braglia, invece, pur non nascondendo tutta la sua felicità, ha esultato in maniera più pacata per celebrare la salvezza aritmetica in Serie B dopo il pareggio per 1-1 con il Venezia. Questione di ruoli. E di un futuro ancora da decidere: “Parlerò con la società, voglio capire se nel progetto io rientro ancora. Ma adesso – le parole dell’allenatore del Cosenza – voglio solo ringraziare tutti”. Presidente Guarascio e direttore sportivo Stefano Trinchera su tutti: il primo ha garantito investimenti importanti, il secondo ha rinforzato la squadra scegliendo le giuste pedine, specialmente a gennaio. Frutti raccolti adesso, meno di sei mesi dopo.
Gli altri protagonisti della salvezza rossoblù
Ma questa salvezza del Cosenza porta con sé molto altro: la crescita esponenziale di Luca Palmiero (autore dell’assist per la rovesciata di Tutino), centrocampista che ha preso in mano la squadra permettendogli di fare il salto di qualità definitivo per la permanenza in B; la sicurezza di Kastriot Dermaku (assente per squalifica contro il Venezia), le reti – nel momento decisivo – di Embalo, la qualità di Sciaudone e Garritano.
Poi Bruccini, Idda e tutti gli altri; compreso capitan Corsi, ai box per un grave infortunio al ginocchio ma punto fermo del gruppo rossoblù. Che oggi, proprio come a giugno di un anno fa, si ritrova a far festa con il pubblico del San Vito-Marulla. Un sogno lungo 365 giorni e dal quale nessuno a Cosenza ha intenzione di svegliarsi.