Attualmente svincolato, 34 anni appena compiuti: non un grande identikit messa così, eppure si sta parlando di Lionel Messi. Dominatore assoluto di questa Copa América, in cui solo in una partita non ha trovato né gol, né assist.
Nell'ultima ha deciso di farli entrambi, per un'altra notte di primissimo livello: l'Ecuador dell'argentino Gustavo Alfaro, ex allenatore del Boca ai tempi di De Rossi, è stato battuto a Goiania per 3-0 e l'assoluto protagonista è stato ancora una volta il 10.
Grande palla per il primo gol in nazionale di Rodrigo De Paul in occasione dell'1-0, assist perfetto per Lautaro in occasione del raddoppio e nuova perla su punizione dopo quella contro il Cile per chiudere la partita nei minuti finali. Prova di superbia calcistica, nonostante un gol sbagliato in maniera abbastanza clamorosa per lui sullo 0-0: Messi nella sua miglior versione in nazionale, fa sognare l'Argentina e sfida i suoi grandi amici.
Suarez non potrà affrontarlo di nuovo, visto che è stato eliminato ai rigori dalla Colombia di un fantastico Ospina, ma la strada per affrontare Neymar sembra segnata. Il Brasile fin qui nel torneo ha scherzato, con un girone passato senza problemi da prima e il quarto vinto con il Cile con grande carattere. Sono dal lato opposto del tabellone e solo un turno le divide da quella attesissima finale che manca dal 2007.
È stata la prima finale persa in carriera da Messi, seguita da altre due di Copa América e quella del Mondiale 2014 al Maracana. Lì la sua Argentina punta a tornarci per una storica rivincita, per porre fine a quello che più che un digiuno sembra un sortilegio. Aggrappati a un ragazzo svincolato di 34 anni, che sta provando a riscrivere la storia del torneo.