Antonio Conte è stato ospite del programma di Francesca Fagnani "Belve". Dal mondo del calcio fino alla vita privata: l'allenatore si è racccontato in diretta su Rai 2.
Le parole di Conte
Queste le sue parole: "Allenare la Juve non è da tutti. Hai tutta l'Italia contro. La Juve è sempre stata vista come la squadra da battere e da odiare. Ho ricevuto proposte dall'Arabia ma ho rifiutato. Se avessi lasciato la Nazionale come ha fatto Mancini? Non entro in queste cose. La sconfitta per me è un lutto per 36-48 ore. Fisicamente mi sento male, ma la prima cosa che faccio è capire il perché di una sconfitta. E lì divento feroce".
È intervenuto anche sulla liute avuta con Mourinho per un'esultanza sfrenata sul 4-0 per il suo Chelsea contro lo United dello Special One: "Ci siamo sempre detti quello che pensavamo, apprezzo chi dice le cose in faccia. Quel periodo in Inghilterra era caldo, adesso abbiamo risolto. Lì li chiamano 'giochi di mente', attacco chi mi attacca. Se dissi a Mourinho 'vediamoci in ufficio'? Non me lo ricordo. Io vengo dalla strada però, non ho paura di nessuno".
Conte conclude: "Il medio ad Agnelli? Ho ricevuto degli insulti e ho agito di conseguenza. Poi con Andrea ho anche chiarito ma non mi pento di quello che ho fatto. Io sono molto esigente con me stesso, quindi sono molto esigente anche con gli altri.Al Conte calciatore do un 8, mentre al Conte allenatore do 8.5. Avendo 54 anni, sono abbastanza giovane come tecnico. Al momento non vedo miei eredi e posso quindi alzare il voto nel resto della mia carriera, e non abbassarlo".