Inter-Barcellona, ormai ci siamo. Dopo la settima vittoria consecutiva ottenuta in campionato, con il netto 5-0 al Genoa di sabato, la squadra di Luciano Spalletti è pronta ad affrontare i blaugrana in un San Siro che si preannuncia splendidamente infuocato e pronto al sold out: l'allenatore nerazzurro, intervenuto oggi in conferenza stampa, ha parlato così della prossima sfida che attenderà i suoi, attualmente secondi nel girone e alla ricerca di un'impresa post K.O. del Camp Nou.
"Possiamo giocare contro tutti e siamo ancora quelli. La squadra sta facendo bene e questa è davvero l'occasione per capire se possiamo giocare alla pari con tutti: quando parliamo di Barcellona, parliamo del livello di difficoltà più alto negli avversari da affrontare in questo gioco".
Sul Barça, poi: "La loro è una mentalità di squadra, poi Messi è la ciliegina sopra la torta: tutti i bambini chiedono la sua maglia quando sognano di diventare calciatori, è il migliore. Lui va il doppio in base a frequenza, velocità di esecuzione e pensiero: c'è una scuola dietro questo ragionamento portato avanti da anni, che dà forza a questo club che lo fa essere uno dei club più forti al mondo. Hanno talmente qualità che si preparano da soli, non hanno bisogno di una preparazione che dura giorni: non mi permetto di criticare nessuno per l'educazione che mi hanno dato, e se anche dovessi farlo non criticherei certamente il Barça...la loro è la strada da seguire per mentalità e modo di approcciare le partite. Significherebbe avere un modo di lavorare più veloce verso gli obiettivi da ottenere: il Barça è stato riferimento di tutti gli allenatori in generale, da riportare in tutti gli sport".
"Pensare alle ripartenze aspettandoli e pensare alle indicazioni di Mourinho? Secondo me no. Il calcio è sempre uguale: il modo di ragionare e comportarsi dev'essere quello relativo a ciò che prepari. Per me stiamo andando nella direzione giusta, il modo di lavorare ha un valore, così come di parlare negli spogliatoi: fare il direttore, l'allenatore, il presidente...è l'altissima professionalità che sistema le cose. Vogliamo andare a prenderli e togliergli la scelta dei tempi d'azione, altrimenti ti schiacciano".
"All'andata non siamo riusciti, quando abbiamo riconquistato palla, di trovare quel possesso che riuscisse a invertire la tendenza dello sviluppo della gara: dovremo essere più bravi quando riconquistiamo palla perchè a loro non piace quando la palla ce l'hanno gli avversari, e tentano di strappartela subito. Gli spazi saranno stretti, i tempi di ragionamento corti. Sarà difficile trovare spazi ampi: ci vogliono qualità ampie, di palleggio, di personalità. Nainggolan? E' un giocatore completo nella metà campo, va valutato bene nell'allenamento di oggi perchè viene da quel problema accusato, ma sa fare anche il mediano: è partito da mediano. Quando a Roma l'abbiamo portato a giocare più avanti è successa la fine del mondo, si sono appuntite le penne del giornalismo sportivo: poi tra molte gomme, cancellando qui e là, non si è vista più traccia...Radja non è quel trequartista che palla al piede ti salta due avversari e punta la porta, ma fa di vampate la sua qualità, montandoti addosso con impeto e forza. Con lui gli avversari costruiscono un po' più scomodo".
"Noi non dobbiamo essere presuntuosi, dobbiamo ancora guadagnare del tutto la qualificazione: essere ora nelle condizioni di poter passare il turno e di poter dipendere da noi, perchè abbiamo fatto passi importanti, dev'essere la cosa fondamentale, che ci dà il massimo dell'attenzione. Saremmo felici di passare il turno anche da secondi classificati. Il campionato di Serie A è più di livello, migliorato e maggiormente equilibrato: ci sono squadre che hanno costruito in maniera corretta e che hanno avuto momenti di difficoltà, ma che renderanno. Per quelli che sono i confronti che si possono fare, siamo in crescita continua, cercando di andare a proporre un calcio migliore".
"Rafinha? Non so più come rispondere su di lui: ha determinato la possibilità che potessimo arrivare a giocare queste partite. Non potevamo prenderlo al prezzo che ci era stato dato, avremmo tenuto anche Cancelo ma non abbiamo potuto: c'erano dei vincoli e dei paletti da rispettare che la società ha fatto bene a rispettare. Rafinha è un gran calciatore e una persona spettacolare, ma si può giocare a pallone anche senza di lui: è la squadra che dà risalto all'elemento, non il contrario. Lo ritrovo volentieri e lo riallenerei volentieri, volentierissimo: ma gioca nel Barça e tenta di farci gol come nelle partite precedenti".
"Messi? Ho preoccupazione per tutti: l'atteggiamento di squadra non cambia, serve aumentare ciò che sono le letture e l'imprevedibilità. L'atteggiamento non cambia: viene prima la considerazione del compagno di squadra che dell'avversario, chiaro che poi con Messi sia un'altra cosa. E' tra i più forti al mondo. Costruire un progetto e una mentalità? Dobbiamo andare a lavorare in maniera profonda e portare un messaggio a tutti i componenti sul messaggio che si vuol giocare: per confrontarsi a questi livelli e contro queste squadre ci vuole un tempo di esecuzione, al pari di tempi giusti ed esecutori che abbiano certe caratteristiche. Se si va a vedere ciò che eravamo e ciò che siamo ora, notiamo il valore di ciò che abbiamo fatto. Noi siamo arrivati a trenta punti dal Napoli, se pensiamo ora di essere meglio di loro si scava nella presunzione. Una partita si può perdere, ma al suo interno si può trovare uno sviluppo o una base".
"Allegri dice che siamo da scudetto? Si tende a creare attenzione verso gli altri, è un giochino: la Juve è la più forte di tutti e probabilmente vinceranno lo scudetto. La Juventus ha potenzialità per arrivare fino in fondo in Champions, il Barcellona è invece la squadra più forte".