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Data: 09/03/2018 -

Comi si racconta, dal Milan "Quando imitavamo Allegri" alle difficoltà di Vicenza. E il ds Zocchi: "Rifarei la scelta altre 1000 volte"

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Scendere di categoria per ritrovarsi, salvo poi doversi confrontare con vicissitudini extra campo davvero surreali. Quando Gianmario Comi in estate ha deciso di accettare la sfida del Vicenza disputando per la prima volta in carriera la Serie C con l’obiettivo di tornare prontamente in B, mai si sarebbe aspettato di dover addirittura far fronte al fallimento della società. Difficoltà su difficoltà, nonostante un buon bottino personale che dice 9 gol e 2 assist nonostante la gioia personale manchi da novembre. Mesi difficili trascorsi ad affrontare i problemi sempre di petto. E ora dopotutto “stiamo vedendo uno spiraglio di luce grazie al curatore fallimentare (Nerio De Bortoli, ndr) anche se è normale che il periodo difficile c’è sempre e non ci nascondiamo. Ma il peggio sembra passato”, ha dichiarato Comi in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. “Sono venuto qua a Vicenza al mio primo anno in C e gli obiettivi di squadra erano ben altri però si è creata questa situazione con vicissitudini paradossali e con tante difficoltà per la squadra e per l’ambiente – continua il classe ’92 -. Il gruppo fortunatamente è composto da uomini e il fatto che il 90% dei ragazzi a gennaio è rimasto ne è la dimostrazione. Io, come altri compagni, avevamo mercato ma abbiamo fatto una scelta importante per la città e per salvare questa piazza”. Mai si sarebbe potuto aspettare di vivere una situazione del genere chi, cresciuto tra Torino e Milan, era abituato a ben altre situazioni. “La mia scuola di vita è stata il Torino e infatti il mio cuore è granata. Poi ho trascorso un’annata meravigliosa, quella 2012/13, al Milan in Primavera. Ho fatto il ritiro con la prima squadra e mi allenavo spesso con loro. Era eccezionale confrontarsi con quei campioni perché erano campioni sia dentro sia fuori dal campo. Il rispetto che i veterani come Inzaghi, Ambrosini, Seedorf, Gattuso ecc dimostravano è ciò che mi è rimasto più impresso”. Gianmario trascorreva gli allenamenti studiando un giocatore in particolare: “La voglia che aveva Inzaghi di far gol al suo ultimo anno era qualcosa di magnifico e unico. Da attaccante, come caratteristiche, cercavo sempre di spiare e captare i movimenti proprio di Inzaghi perché aveva una fame del gol incredibile”. Anche la Primavera però era una squadra niente male: “C’era un gruppo solido e molto forte con giocatori come Petagna, Cristante, Ganz, Calvano, De Sciglio e tanti altri. Tutti giocatori veramente importanti”. Tra i tanti ricordi, un aneddoto scherzoso: “Un nostro ex compagno, Simone Amelotti, imitava benissimo Allegri e facevamo questo scherzo ai ragazzini. Ricordo quei tempi con piacere perché eravamo un bellissimo gruppo”. Un grande gruppo dentro e fuori dal campo come questo Vicenza che, nonostante le mille difficoltà affrontate in un’annata che pareva essere maledetta, sogna di poter dir la sua in un finale di stagione tutto da scrivere.






Nonostante tutto "rifarei la scelta altre 1000 volte": parola di ds


Nel momento di massima criticità per il club, i giocatori biancorossi hanno avuto un solo punto di riferimento: il ds Moreno Zocchi. “L’unico punto di riferimento per 3 mesi, a detta dei giocatori, sono stato io ed è stato difficile tenerli compatti ma si sono comportati da grande gruppo. Abbiamo perso solo 2 giocatori per scelta loro, Lanini e Di Molfetta, e Beruatto per infortunio, rimpiazzandoli con Jakimovski e Giorno facendo ciò che si doveva fare”, ci racconta ai nostri microfoni Zocchi stesso in seguito all’evento in onore dei 116 anni del Vicenza. “È stata una bella iniziativa perché tutte le persone che si stringono intorno a noi non fanno altro che darci maggior forza. Sono certo che i ragazzi queste cose le percepiscono e le porteranno in campo. Come si sta comportando la città ci aiuta quando giochiamo le partite”. Pensate che Zocchi al suo avvento al Vicenza in estate si è ritrovato una squadra completamente da ricostruire e che poteva contare appena su una mezza dozzina di giocatori partiti per il ritiro… in macchina! “In C non è tanto difficile comprare giocatore quanto venderli. Infatti sono arrivato qui nella condizione ideale e il mio compito era solo quello di costruire la squadra. Il budget inizialmente era basso poi mi è stato permesso con un’aggiunta di prendere gli ultimi 4 o 5 ragazzi, dei pezzi importanti per la categoria per cui si è alzato il livello della squadra anche se abbiamo avuto poco tempo per giocare insieme. Vedere Bunino che è stato vicino che ora gioca titolare in B è un rammarico ma nonostante ciò ritengo che punte come le nostre siano difficili da trovare in altre squadre della C”. Tredicesimi a quota 30: un vero peccato per la partenza sprint in campionato nonostante le difficoltà iniziali. Dopo tutti i guai societari con tanto di fallimento però, un calo era davvero inevitabile. “Ad ottobre eravamo ancora primi in classifica, poi si sono susseguiti vari problemi societari con l’arrivo di perone che hanno fatto promesse mai mantenute e ne abbiamo risentito. La squadra si allenava con le gambe ma la testa era da un’altra parte. Anzi, ne stiamo risentendo ancora adesso”. Ma “rifarei la scelta altre mille volte. È chiaro: si sono presentate difficoltà che non pensavamo di dover affrontare ma le difficoltà fanno crescere”. Scelta coraggiosa per chi è giunto a Vicenza dopo l’avventura come direttore sportivo per i Giovanissimi e gli Allievi in una realtà idilliaca come la Juventus: “Alla Juve insegnano davvero cosa sia la mentalità vincente. E lo dice un interista cresciuto nel Toro. I bianconeri non lasciano niente al caso e tutto è organizzato e finalizzato al massimo risultato”. Zocchi ha avuto maestri davvero niente male durante il periodo alla Juve: “Il più bravo di tutti, Paratici, aiutato da Cherubini, per quanto riguarda la parte tecnica poi per quella organizzativa dico Braghin, Marotta e tutti i personaggi che gravitano attorno alla Juve e che l’hanno resa un punto di riferimento per il calcio mondiale. C’è da imparare tantissimo da loro”. Insegnamenti che il direttore ha avuto modo di mettere in pratica fin da subito in quel di Vicenza, quando da ds si è trasformato in vero e proprio punto di riferimento per una società che versava in grandi difficoltà ma che ora può tornare a guardare il futuro con maggior serenità.

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