La prima volta che Evelina Christillin è stata a Villar Perosa aveva 14 anni e in un'intervista all'edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha rivissuto quei momenti, proprio oggi, nel giorno in cui Cristiano Ronaldo la vivrà per la prima volta:
"Ero appena entrata nella squadra nazionale di sci e l’Avvocato, molto amico di mio padre, si divertiva a portare anche me a sciare. Poi da Sestriere si andava in elicottero a pranzo a Villar Perosa, dove la domenica c’era questa processione sul viale di casa Agnelli:
allora la Juventus andava lì in ritiro e i giocatori venivano a salutare Gianni Agnelli prima della gara. Erano gli Anni 70, era la Juventus di Salvadore.
Per me Villar Perosa era l’anticipazione della partita in una cornice rinascimentale. Poi sono arrivate anche le partitelle di metà agosto. Anzi, la Partita, perché quando non c’erano tournée e amichevoli era l’esordio di una Juventus che prima nessuno aveva mai visto.
Io le ho viste quasi tutte: sei vicinissima al campo, ti sembra di stare nel calcio degli Anni 20. Una volta c’era la grande curiosità per nuovi acquisti: ricordo l’entusiasmo per Platini.
Adesso di solito a metà agosto si è già visto tutto, però quest’anno sarà come tornare indietro nel tempo, perché ci sarà l’esordio di Cristiano Ronaldo: sarà come togliere il velo a una statua.
La tradizione che sposa la modernità: con un post di Ronaldo Villar Perosa farà il giro del mondo".
E come raccontare Villar Perosa a CR7? "Gli direi che è l’ombelico della Juventus e della Fiat. È l’origine della dinastia della famiglia Agnelli, il luogo da cui è partito tutto.
Villar Perosa è più o meno la stessa di 40 anni fa, una certezza in un mondo in continua evoluzione. Lì tutto diventa a misura d’uomo e Cristiano non deve spaventarsi se qualcuno gli salterà addosso.
È solo affetto. Da Villar sono passati tutti i grandi campioni. Per i tifosi è un pellegrinaggio laico, per i giocatori è un'immersione nella juventinità.
Per lui scoprire Villar Perosa sarà come tornare alle origini. Qui c’è sempre stata grande affezione per la squadra, ma non ricordo grandi divismi.
Gianni Agnelli avrebbe dato anche a Ronaldo un soprannome? Probabile. Lui per i grandi campioni aveva un debole. Adorava Platini, ricordo la famosa battuta: “L’abbiamo preso per un tozzo di pane e ci abbiamo messo sopra il foie gras".