Zotti, errori e sfortuna: "Sognavo la Roma e la Nazionale, potevo fare...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 15/03/2019 -

Zotti, errori e sfortuna: "Sognavo la Roma e la Nazionale, potevo fare di più"

profile picture
profile picture
L'ex portiere giallorosso si è ritirato a 36 anni dopo l'ennesimo calvario: "Potevo diventare qualcuno, è colpa mia, ma la sorte non mi ha aiutato". Erano anni che non rilasciava un'intervista, non voleva parlare, oggi l'ha fatto con noi
L'ex portiere giallorosso si è ritirato a 36 anni dopo l'ennesimo calvario: "Potevo diventare qualcuno, è colpa mia, ma la sorte non mi ha aiutato". Erano anni che non rilasciava un'intervista, non voleva parlare, oggi l'ha fatto con noi

 

 

LA ROMA, GIOIE E ILLUSIONI

Il secondo set finisce male, è la Roma dei 4 allenatori: “Alternai belle partite a prestazioni disastrose, immagina un ventenne in quel contesto. La contestazione dei tifosi, un clima infernale, i cali mentali. A fine stagione volevo andare via, pensai che Roma era diventata troppo grande, persi tutte le mie sicurezze. Volevo cancellare la stagione e ripartire. La società credeva in me, io meno, ma tornando indietro resterei nella Capitale”.

Sceglie Ascoli, nessuna presenza, altra sconfitta: “Andai lì all’ultimo momento. Ricordo una partita contro il Milan, dovevo giocare titolare, ero molto carico, ma Giampaolo cambiò idea all’ultimo minuto”. Ferdinando Coppola al posto di Zotti: “Da quel giorno ha fatto il fenomeno, non è più uscito, a fine anno andò al Milan”.

La pallina colpisce il nastro e cade dalla sua parte. Sfortuna. Andrà sempre così: “Il responsabile sono io. Forse non ho mai avuto una mentalità forte, a un certo punto ho mollato. Delusione dopo delusione, sconfitta dopo sconfitta, è anche normale”.

 

"HO BUTTATO LA MIA CARRIERA, ORA VADO AVANTI"

 

zotti2.jpg

 

Nel 2009 lascia l’Italia dopo un anno a Cittadella, il treno è passato, Zotti non è mai riuscito a prenderlo: “Negli anni ho subìto 7 interventi chirurgici, di cui 4 alla spalla. Quattro. Capisci, no? Ho giocato 3 anni al Bellinzona, a un certo punto feci talmente bene che mi cercò anche lo Young Boys. Poi la squadra è fallita, sono stato due anni al San Gallo e oggi eccomi qui”.

Nuovamente a casa, pronto a studiare per diventare preparatore: “Sto tirando fuori tutta la forza che mi è mancata in questi anni. Mi sono curato da solo, ho ingaggiato un preparatore dei portieri per tenermi in forma e allenarmi. Potrei stare tutta la vita a dire che avrei potuto fare di più, ma poi? Che faccio? Ho buttato la mia carriera, lo sanno tutti, ora basta. Mi rimbocco le maniche e vado avanti”. Nonostante i rimpianti.

 

zotti2.jpg

 

L'anno scorso è tornato a Trigoria dopo più di 10 anni: “Quando sono entrato ho dovuto mostrare un documento, mi è venuto da ridere. Ho salutato lo staff delle cucine, i custodi del campo, quelli che sono rimasti. Sono contento di aver lasciato un segno come persona”.

I compagni di allora sono andati via: “Conoscevo soltanto Totti e De Rossi”. Il compagno di una vita: “Gli voglio bene, ogni tanto ci sentiamo, ricordo il giorno in cui Capello ci disse che ci saremmo allenati in prima squadra. E’ un fenomeno. Non l’ho mai invidiato”.

Prima di staccare ci lascia un ultimo messaggio, che poi riassume tutto: “Certo che è assurdo, porca miseria. Io ho sbagliato, ci ho messo del mio, ma la fortuna non mi ha mai dato una mano. Mai. Neanche a dire, ‘non farmi infortunare, lasciami tranquillo”. Colpa di un nastro maledetto, nel Match Point di Carlo Zotti.

CONTINUA A LEGGERE


Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!