Con la maglia azzurra e la fascia da capitano al braccio, nel 2006 ha alzato l'ultimo grande trofeo della nostra Nazionale: oggi, gli Azzurri di Mancini sognano un trionfo simile.
Ma Fabio Cannavaro non vuole confronti: «Per cortesia non parliamo di paragoni col passato. Questa Italia somiglia a sé stessa".
Una squadra bella e vincente, che però adesso è di fronte a un bivio: "Non si realizza una striscia di 31 risultati utili se non c’è sostanza. Solo che con il Belgio siamo a un bivio - ha proseguito Cannavaro. Bisogna coniugare bellezza e risultato. Per crescere bisogna battere avversari forti".
A frapporsi tra gli azzurri e la semifinale sarà la squadra di Martinez, che potrebbe essere orfano di due tasselli chiave come De Bruyne e Hazard: vietato, però, abbassare la guardia. "Su questo piano il Belgio è più forte. Ha almeno quattro-cinque giocatori in grado di risolvere la partita da soli". Da Lukaku a Courtois, passando per Witsel.
Servirà la migliore Italia, dunque, ancorata alla forza del gruppo, fin qui il vero motore degli Azzurri: "La nostra storia insegna che, a parte Roberto Baggio nel ‘94, l’Italia non ha mai puntato su un fuoriclasse, ma su un gruppo forte, capace di esaltarsi nelle difficoltà. Per me l’uomo in più è Mancini per come fa giocare la squadra e gestisce gli uomini".
E allora tutti uniti per questa prova: è il momento della maturità, il momento in cui dimostrare di poter andare lontano. "Dovranno avere l’orgoglio di dire 'Noi siamo l’Italia'. E allora saranno gli altri ad andare in difficoltà nell’affrontarci".
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