Negli ultimi due anni, tutte le sessioni di calciomercato hanno subito gli effetti della crisi finanziaria causata dalla pandemia. Il crollo dei prezzi dei giocatori, così come la crescita dei trasferimenti in prestito sono state conseguenze inevitabili per la maggior parte dei club mondiali.
L'ultima finestra di mercato invernale, però, ha dato segnali di ripresa rispetto a quella dello scorso anno. Secondo un report pubblicato dalla FIFA, il numero di trasferimenti internazionali da parte di calciatori professionisti è cresciuto del 28% rispetto allo scorso anno, con ben 3534 giocatori coinvolti nel calciomercato mondiale.
I dati del mercato
Oltre il numero di trasferimenti dei calciatori, il dato che segnala maggiormente la crescita del mercato è rappresentato dai soldi circolati: ben 1 miliardo e 30 milioni di dollari sono stati investiti a gennaio per acquistare calciatori professionisti, con un incremento del 74.7% rispetto a gennaio 2021.
Il calciomercato, però, non si limita solamente ai prezzi dei cartellini. Il 60.4% dei trasferimenti ha riguardato giocatori senza contratto, segno di come la maggior parte dei club tendano comunque a puntare sugli svincolati.
I giovani restano sempre la prima risorsa dei club. Come accaduto negli scorsi anni, la maggior parte dei trasferimenti ha coinvolto giocatori nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 23 anni (il 42.8%), a seguire, invece, quella tra i 24 e i 29 anni (41.3%).
Il mercato europeo e la Serie A
Secondo quanto riportato dalla FIFA, la UEFA è stata la federazione calcistica più attiva a gennaio, arrivando ad accogliere il 57.7% dei calciatori coinvolti nel mercato. Inoltre, con ben 927 milioni e 600mila dollari, i soldi investiti dai club europei rappresentano il 90.2% della spesa globale per il calciomercato invernale.
In tal senso, la Serie A è tornata ad essere tra le protagoniste d'eccellenza della finestra di gennaio. 113 milioni e 600mila dollari sono i soldi investiti nel campionato di Serie A. I trasferimenti di Vlahovic, Gosens e Cabral hanno contribuito ad accrescere i dati, portando l'Italia ad essere la seconda leader del mercato dopo l'Inghilterra, che ha speso quasi 350 milioni di dollari, praticamente il triplo.