“E pensare che a inizio stagione, quando sono usciti i calendari del girone C di Lega Pro, facevamo fatica a trovare cinque squadre che potessero terminare il campionato alle nostre spalle”. Parole e sorriso di Antonio Calabro, allenatore della Virtus Francavilla che ha conquistato a suon di fatica e risultati la palma di sorpresa della Lega Pro 2016/2017: al suo esordio nel calcio professionistico, la formazione brindisina (“Molti nei primi mesi ci chiamavano Villafranca, eravamo dei perfetti sconosciuti” sorride l’allenatore) ha chiuso la regular season in quinta posizione con 57 punti e si prepara a vivere dei playoff che profumano di storia: “Alla fine con il nuovo regolamento ci sono arrivate le squadre classificate fino all’undicesimo posto: noi ci saremmo andati anche con il vecchio regolamento” rimarca con un pizzico di orgoglio Calabro, originario di Galatina, provincia di Lecce, ma ormai da tre anni adottato dal progetto Virtus. “Questa è una piccola grande famiglia, dove il gruppo ha sempre la prima parola e non ci sono stelle: il nostro segreto è stato proprio questo” rivela l’allenatore classe 1976 a gianlucadimarzio.com. E’ stato un lavoro sinergico, quello della Virtus, che ha portato in due anni questo angolo di quiete nel sud della Puglia dall’Eccellenza alla Lega Pro. “Noi siamo stati bravi a portare risultati, ma i primi meriti vanno a chi ha scelto i calciatori” ammette facendo riferimento senza mezzi termini al direttore sportivo, Stefano Trinchera.
Trinchera e Calabro, un sodalizio nato nella difesa del Casarano edizione 1994/1995: professione libero il primo, arcigno marcatore il secondo. “Ma con il tempo io sono diventato più buono e lui mi è venuto incontro –spiega l’allenatore- c’è un’intesa consolidata, ci capiamo con uno sguardo e lavoriamo insieme da ormai sette anni. Siamo contenti di essere sostenuti da una società sempre presente, ambiziosa e capace di darci fiducia anche nei momenti di difficoltà”. Che non sono mancati: “Abbiamo avuto due momenti negativi in campionato, uno con quattro sconfitte di fila e uno con tre punti in sei partite –riavvolge il nastro Calabro- ma i giorni peggiori sono stati quelli in cui ho perso per infortuni traumatici Vasco Faisca, Idda e Abruzzese, tre riferimenti per la nostra difesa e il nostro spogliatoio”. Da ogni negatività si può però cogliere il lato positivo della medaglia: è lo spirito della Virtus. “Lì è venuto fuori il nostro gruppo”. Gruppo, squadra: concetti ribaditi quasi ossessivamente. Come l’attesa per il futuro: “Il momento più bello? Quello che verrà, con la disputa dei playoff: guardare la classifica e vedere nomi di formazioni tanto blasonate alle nostre spalle è un piccolo premio a tanti sacrifici”. Soddisfazioni con radici profonde: Calabro era arrivato a Francavilla dopo aver vinto il campionato di Eccellenza a Gallipoli, in un'annata nella quale nessuno avrebbe immaginato un simile risultato. Meticoloso nella cura dei dettagli e nella preparazione della singola partita, un vero e proprio “martello” per novanta minuti in panchina, assicura chi lo conosce bene. I singoli? “Preferisco non parlarne. Nzola? Dico solo che se ha conquistato le attenzioni di tutti è grazie ai suoi compagni: ha fatto tanti gol quando ha giocato per la squadra, pochi quando ha giocato per se stesso”.
La prima tappa sarà la sfida interna (domenica alle 17.30) all’Unicusano Fondi, allenato da un altro esordiente di successo tra i professionisti: Sandro Pochesci. “Loro hanno una formazione allestita per le prime 4 o 5 piazze del torneo –spiega Calabro- sarebbe stato già un onore affrontarli da undicesimi con loro quinti, figurarsi ora. Hanno lavorato bene e rappresentano un progetto importante”. Il fattore campo sorriderà alla Virtus, ma guai a credersi favoriti: “Sarebbe un errore capitale –ammonisce i suoi Calabro- dobbiamo mantenere il nostro spirito da outsider, altrimenti possiamo perdere con tutti”. Playoff o no, Francavilla Fontana per l’allenatore rappresenta “un progetto nato con radici solide, condiviso con il ds e la presidenza”. Modi soft per allontanare le sirene di categoria superiore, già arrivate da queste parti. “Ho un contratto per altri due anni, ma sappiamo che nel calcio contano poco- ammette con schiettezza- conta l’intesa con le altre componenti, che qui è ad alti livelli. A Francavilla sto bene”. Diplomazia e sincerità, doti apprese sin dalla tenera età, quando condivideva le rappresentative giovanili azzurre con i big del calcio italiano: “Buffon e Totti, ma anche Nesta e Di Vaio nel vivaio della Lazio. Ho giocato gli Europei Under 16 in Turchia dove perdemmo solo la finale persa con la Polonia, e poi i Mondiali Under 17 in Giappone”. Oggi guarda Buffon in finale di Champions League: “Faccio il tifo per lui, era già una grande persona all’epoca, seguito da una famiglia di sani valori, sempre presente. Senza i cellulari che all'epoca non esistevano, ci siamo persi di vista. Ma lo seguo con enorme stima”. Il presidente della Virtus Francavilla Antonio Magrì aveva spiegato su queste pagine che tra i suoi sogni vi era un’amichevole estiva con la Juventus, squadra per la quale il patron simpatizza. Calabro cavalca l’idea: “Sarebbe bellissimo, anche per rivedere Buffon. Magari da Campione d’Europa…”.