Dopo l'impresa della promozione in Serie A, il Cagliari si prepara alla prossima stagione a Saint- Vincent. Ancora con Claudio Ranieri in panchina.
Cagliari, le parole di Claudio Ranieri
"Ho deciso che il Cagliari sarà l’ultima squadra che allenerò. Farei un’eccezione soltanto per una nazionale intrigante, e preciso che non mi sto candidando alla panchina azzurra", così Claudio Ranieri a La Repubblica. Sul motivo che l'ha riportato sulla panchina rossoblù: "Perché qui è cominciata la mia carriera, perché quando il Cagliari mi chiamò 35 anni fa, era la scommessa della mia vita. Potevo bruciarmi, neanche sapevo se avrei fatto l’allenatore. Cominciammo con l’idea di provare a tornare in B nel giro di un paio d’anni, invece in quei due anni passammo dalla C alla A. Da allora ho Cagliari dentro".
Il 71enne ha poi spiegato il motivo che l'ha portato a proseguire dopo la vittoria della Premier con il Leicester: "Perché io dimentico. Quell’impresa l’ho messa da parte, magari me la godrò da vecchio. Per me il campionato vinto a Leicester vale quanto la promozione con il Cagliari o il secondo posto con la Roma. Sono molto pragmatico, non vivo di ricordi. Vivo di domani".
Infine, Ranieri ha parlato anche di campo e della costruzione dal basso: "Non sopporto che per forza di cose si debba iniziare l’azione dal basso. Non lo capirò mai. Tanto poi tutti studiamo come impostano gli altri e cerchiamo subito di rubare palla. All’oratorio giocavo a basket e il gioco era prendere e tirare: perché devo tenere per ore la palla invece di farla arrivare il prima possibile a quelli che negli ultimi 20 metri fanno la differenza? L’azione più bella è rinvio del portiere, tiro, gol. Rapido e indolore".
L'INTERVISTA COMPLETA NELL'EDIZIONE ODIERNA DE LA REPUBBLICA