Cagliari-Inter, gara speciale per Marco Andreolli. Nato calcisticamente nel settore giovanile dei nerazzurri spetterà al centrale piacentino l'ingrato compito di marcare Mauro Icardi: "Guai a dargli mezzo secondo, Maurito trova la zampata in un niente" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Pare assentarsi ma gli basta mezzo pallone per cambiare la partita. Lo marcheremo di squadra, limitandogli i rifornimenti. L’Inter è un collettivo maturo e granitico. E sulle fasce si esalta il gioco della squadra. Ma siamo pronti, con l’aiuto dei tifosi a giocarcela. Ci sarà da soffrire tutti assieme. L'allenatore chiede concentrazione,stiamo oliando bene intesa e manovra. Non molliamo di un centimetro".
All'Inter tanta panchina e poche presenze, nonostante la stima di diversi allenatori: "Anche chi non mi ha fatto giocare mi ha dato qualcosa. Non scordo Mancini: mi ha fatto esordire in A, Inter-Reggina, e in Champions, contro i Rangers. In quegli anni c’erano difensori come Materazzi, Cordoba e Samuel... Giocatore più forte marcato? Ibrahimovic, da compagno e da avversario: personalità, mezzi tecnici e fisico senza eguali. In Spagna ho incontrato anche Cristiano Ronaldo, un altro mostro". Parole al mile per Spalletti: "È tra i migliori in Italia e in campo internazionale. Lavorare all’estero, come ho verificato a Siviglia,ti apre e ti completa. Ha un carattere forte, pretende molto da tutti, specie dai campioni e da chi ha più personalità. A Roma c’erano Totti, De Rossi, Perrotta, Mexes, Juan: trattava tutti alla stesso modo e voleva il massimo.Diceva che se si ha tecnica e carisma si deve dare di più ed essere da esempio per gli altri e i giovani. E lavorava su linea difensiva e marcatura". L'intervista integrale sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.