Barba folta e sguardo cattivo: dà tutto quello che ha, Guido Burgstaller. La sua anima da lottatore gli ha permesso di non mollare, quando ogni ambizione sembrava persa. Oggi esulta con lo Schalke e tiene alta la sua, personalissima bandiera di trascinatore: da quando è arrivato a Gelsenkirchen, a gennaio, ha segnato un gol ogni due partite; ma la sua storia - va detto - sembrava fosse finita già nel 2014, quando il trasferimento dal Rapid Vienna al Cardiff, squadra di Championship inglese, lo aveva condannato a convivere con il malessere e con la panchina.
La rivincita, dopo stagioni in rincorsa e nuovi inizi, Burgstaller se l'è presa a 26 anni. Lasciato Cardiff dopo appena un anno (e 5 presenze), ha deciso di ripartire da Norimberga, storico club ormai da tempo imbottigliato nella Zweite Liga tedesca. Nonostante un avvio a rilento, il classe 1988 austriaco ha trovato col passare del tempo continuità: 13 i gol nella sua prima vera stagione da titolare, ben 14 solo da agosto a dicembre 2016. Un cambio di marcia radicale, che ha spinto lo Schalke a provarci: 1.5 milioni sono bastati per averlo come riserva di Huntelaar. E oggi, a distanza di pochi mesi, le parti sembrano essersi invertite.
Burgstaller gioca (eccome), Huntelaar è pronto ormai a lasciare la Germania. La prima esperienza - a 28 anni suonati - in Bundesliga è stata per l'austriaco esaltante: 11 gol in 22 partite, tra campionato ed Europa League. Un mondo nuovo, in cui Burgstaller si è inserito alla perfezione, complice anche qualche fortunata situazione legata agli infortuni. Weinzierl ha detto ripetutamente di amare il suo spirito combattivo, che incarna quello di una società che, ora, vuole blindarlo. Per non parlare dei tifosi, pazzi per il nuovo arrivato. Quasi dal nulla, Burgstaller si è imposto a suon di gol e prestazioni. E ora è il trascinatore indiscusso di uno Schalke che, dopo un inizio di stagione pessimo, sta provando a risalire la china fino all'Europa, distante solo 3 punti.