Gianfranco racconta Gianmarco. Il rapporto tra un padre e un figlio, uniti dal pallone. La famiglia Zigoni. Un'intervista dopo una chiacchierata con Federico Buffa, tra sport e cinema presso la Mostra d'Arte Cinematografica nella cornice di Venezia. Per il Festival del Cinema, perché è la squadra e la città di Gianmarco. Tra aneddoti e ricordi… “Quello tra me e Gianmarco è un rapporto bellissimo. Quando ero giovane dicevo: speriamo che un giorno mi nasca un figlio che giocherà a calcio. Perché io smetterò ma la mia dinastia continuerà. Però adesso che gioca, da una parte sono felice quando fa gol, quando è lui felice; dall'altra mi dico 'maledetto il giorno che ho giocato a calcio', quando lo vedo triste. Lui è un vero professionista, un ragazzo meraviglioso, serio, che si impegna, che vuole sfondare. Ha fatto abbastanza nel calcio ma meriterebbe di più, purtroppo però questo è un calcio che ti riserva sorprese. Io ho giocato a calcio anche senza allenarmi, bevevo, fumavo, avevo l'odio per i ritiri ma giocavo sempre e non capivo perché. Lui, che è uno dei più forti, trova difficoltà a giocare. E' incredibile, nonostante abbia fatto tantissimi gol anche con la Spal. Dal nulla l'ha portata al livello di Serie A dopo 49 anni. L'ultimo gol in Serie A alla Spal, gliel'avevo fatto io! E lui avrebbe fatto il gol che li ha riportati su… questo è triste. Ma da una parte dico 'mi piacerebbe che avesse un po' di filosofia'. Lotta fino alla fine. Sei ancora giovane, hai 26 anni e puoi farcela perché hai tutte le possibilità. E se Dio vorrà un giorno lo vedrò in Serie A, spero con la squadre che amo io: Inter, Verona, Genoa, Roma. Il Milan spero di no. Venezia? E' sempre stata vicina a Treviso quindi un po' di Venezia nel cuore ce l'abbiamo tutti. Se mio figlio andasse in A col Venezia, il giorno dopo potrei anche morire felice. Epicuro diceva: quando ci sono io non c'è la morte, quando c'è la morte non ci sono io”.
Data: 08/09/2017 -