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Data: 16/04/2021 -

Buendìa, la notte prima del sogno: “Rivoglio la Premier, poi l’Argentina"

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Se rialzarsi dopo una caduta fosse una materia d’esame, allora Emiliano Buendia passerebbe il test a pieni voti. Argentino di Mar del Plata che a 25 anni ha trovato il suo posto nel mondo, il volto di Buendia è quello del Norwich City, la squadra con cui è rinato, è crollato e sta rialzandosi per l’ennesima volta. “L’unica cosa che ci interessa è restare avanti alla seconda e soprattutto alla terza in classifica. Lo spogliatoio è felice, si respira nell’aria la possibilità di fare qualcosa di importante per tutti” racconta il fantasista a gianlucadimarzio.com.

Domani, la partita più importante della stagione dei suoi: contro il Bournemouth i canarini potrebbero assicurarsi già la Premier League visti i 15 punti di vantaggio sullo Swansea terzo a cinque gare dalla fine. “Abbiamo voglia di fare bene nelle ultime partite per migliorare anche quello che abbiamo fatto fin qui. Ci è dispiaciuto quanto fatto lo scorso anno: avremmo voluto la salvezza ma ci è mancata esperienza in momenti chiave. Abbiamo dato il massimo, ma in Premier non puoi permetterti errori. Al primo giorno quest’anno ho visto negli occhi di tutti la voglia di rialzarci subito”.

Emiliano Buendia Norwich GETTY.jpg

Ma perché un argentino di Mar del Plata si trova sulla costa orientale d’Inghilterra? “Il Norwich è stata la migliore opportunità della mia carriera: in Spagna non mi sentivo più calciatore e volevo tornare a divertirmi. Ero al Getafe, arrivò questa offerta dalla Championship e il progetto mi convinse. È stata una grande sfida, a me piacciono le sfide. Fortunatamente mi è andata bene” racconta mentre colleziona i numeri più importanti da quando è nel Regno Unito: 12 gol e 16 assist che lo rendono spalla ideale dell’amato Teemu Pukki. “Siamo grandi amici, dentro e fuori dal campo. La gente lo ama perché è forte? Sì, ma anche perché è come lo vedete anche nello spogliatoio”. 

Emiliano era arrivato con la valigia appena 12enne a Madrid, a scommettere su di lui la squadra più importante al mondo: “Sbarcai al Real negli anni in cui arrivarono Cristiano Ronaldo, Benzema, Kakà e Higuain. Guardavamo questi grandi campioni da lontano, li incrociavamo nelle stanze del centro sportivo e restavamo a bocca aperta. Raul si intratteneva molto con noi attaccanti della cantera: ci spiegava come muoverci, come stare in campo, come giocare con i compagni. Ma io volevo sempre giocare con la maglia numero 20 perché mi piaceva Higuain: mi ispiravo a lui, parlavamo la stessa lingua e cercavo di rubare i suoi movimenti”. Ma la sua carriera aveva deciso di complicare i piani.

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Le porte del Real si chiusero con troppo anticipo. Al Getafe le cose non andarono bene e dopo un anno di purgatorio nelle serie inferiori spagnole ecco aprirsi le porte d’Inghilterra nel 2018. Al primo anno di Championship fu subito promozione: “Ricordo perfettamente la sera prima della vittoria che ci portò in Premier League: ognuno vive questi momenti come preferisce, io sono un grande appassionato di calcio quindi non cerco di distrarmi o di pensare ad altro come qualche compagno".

"Penso sempre a come farmi trovare preparato al massimo, studio gli avversari e le situazioni che potrei trovare in partita. Lo farò anche stavolta” continua Buendia. Che piace tanto anche al mercato, inglese e italiano: “Il covid mi ha impedito di cambiare squadra? Forse sì. Ne abbiamo parlato molto l’estate scorsa e mi ha fatto piacere, vuol dire che sto facendo le cose per bene. Avrei potuto cambiare club ma qui stavo bene, volevo riportare in Premier il Norwich".

Emiliano Buendia Norwich GETTY copia.jpg

"Non so cosa accadrà il prossimo anno, nel calcio mai dire mai ma giocare la Premier mi attira molto. Seguo tutto il calcio europeo: anche la Serie A, la Liga, la Bundesliga, ma lo faccio per passione, non per pensare alla mia prossima squadra.

Meglio pensare al presente per rialzarsi ancora una volta: “Il primo obiettivo è potermi trovare qui tra qualche giorno e celebrare la promozione in Premier League. Il secondo è avere la possibilità di crescere, giocare ad alti livelli e vestire ovviamente la maglia della mia nazionale. È uno dei miei sogni da bambino”.



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