Un’odissea, condivisa con migliaia di persone, per inseguire il sogno di giocare in Italia. Francisco Pacheco e Alexandre Pimenta, i due giovani ragazzi in attesa di sostenere un provino per il Venezia, sono ancora provati da quanto accaduto a Bruxelles. Loro erano lì, in aeroporto, proprio nei momenti drammatici che tutti noi abbiamo impressi nella nostra memoria già da ventiquattr’ore. Immagini che hanno scosso i due sedicenni, comprensibilmente a disagio nel parlare di quanto accaduto. Anche perché, per loro, l’inferno di Zavantem è stato solo l’ultimo passo di un’odissea lunga due giorni, e l’unico desiderio è quello di tornare a dare due calci ad un pallone il prima possibile. Magari in Italia, dove sarebbero dovuti arrivare già lunedì.
Che strano viaggio, quello dei due talentini lusitani. Da Portimao a Lisbona e da lì in aereo fino a Venezia. Anzi no, perché il volo diretto non è più disponibile, ed è qui che i dettagli possono cambiare il destino di due sedicenni pronti a realizzare il sogno di giocare a calcio in Italia. Si fa scalo a Bruxelles, si resta in Belgio perché uno sciopero dei controllori di volo li ha fatti arrivare nella capitale belga a notte fonda, e l’indomani si parte per l’Italia. È il 22 marzo anche per loro, nell’inferno dell’aeroporto di Zaventem, ma le bombe e le fiamme resteranno solamente un incubo per i due giovani, che stanno bene e, cosa più importante, non sono stati coinvolti dalle esplosioni.
Giorgio Perinetti e Joe Tacopina li aspettavano. Non a Venezia, essendo entrambi in Sicilia per altri impegni, ma telefonicamente hanno seguito passo dopo passo il viaggio dei due ragazzi. E lo stesso Perinetti ha potuto tirare un sospiro di sollievo quando ha rintracciato in mattinata il loro agente: “Il destino ha voluto che i ritardi aerei abbiano bloccato i due ragazzi a Bruxelles, ma la cosa più importante è che nonostante gli attimi di terrore adesso siano al sicuro. Si stanno rinfrancando dopo le ore intense vissute nella giornata di ieri, sono in costante contatto col loro procuratore per aggiornarmi sulla loro situazione. Sono vivi, hanno avuto solamente un grande spavento”.
E i due ragazzi, dopo due nottate estenuanti, non hanno ovviamente alcuna intenzione di ripercorrere la loro Odissea. “Stiamo entrambi bene - esordisce Pacheco - Siamo solamente stanchi ed esausti. La nostra, come potete ben immaginare, è stata una giornata lunghissima”. Una giornata in cui non è mancato tutto l’appoggio possibile dall’Italia, dove ad attendere i ragazzi c’era il responsabile dell’area giovanile del Venezia, Fabiano Speggiorin: “Li aspettavo dal giorno prima, sarebbero dovuti atterrare da Lisbona alle 22.35, ma complice una serie di scioperi sono rimasti a Bruxelles, dove poi è successo quel che è successo. Per fortuna, nel loro caso, tutto è andato bene. Quando ho saputo dell’attentato ho chiamato subito il loro procuratore per aggiornarmi sulle loro condizioni, adesso stiamo facendo il possibile per farli venire in Italia”.
Già, perché Francisco e Alexandre non sono ancora sbarcati in Laguna, ma quanto vissuto finora non li scoraggia: “Siamo davvero grati alla stampa italiana per aver dato voce alla nostra storia - proseguono i due ragazzi - Oltre a Speggiorin e Collauto, vogliamo inoltre ringraziare personalmente il presidente Tacopina e il direttore Perinetti”. L’intenzione è quella di approdare in Italia il prima possibile: “Adesso dobbiamo sicuramente ritornare a casa in Portogallo, dalle nostre famiglie - concludono i giovani - Il nostro desiderio è comunque quello di andare a Venezia il prima possibile”. Un’opportunità solo rinviata, probabilmente dopo le festività pasquali. Con la speranza che l’odissea possa concludersi con una maglia neroverde.
Benedetto Giardina