Bonucci: “Il Real mi ha cercato, ma ho scelto la Juve"
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Data: 19/02/2019 -

Bonucci: “Il Real mi ha cercato, ma ho scelto la Juve"

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Il difensore bianconero, Leonardo Bonucci, a un giorno dal fondamentale match di Champions League tra Atletico Madrid e Juventus, si racconta in una lunga intervista al quotidiano spagnolo AS
Il difensore bianconero, Leonardo Bonucci, a un giorno dal fondamentale match di Champions League tra Atletico Madrid e Juventus, si racconta in una lunga intervista al quotidiano spagnolo AS

Alla vigilia di Atletico Madrid-Juventus, gara valida per l'andata degli ottavi di Champions League, il difensore bianconero, Leonardo Bonucci, ha rilasciato una lunga intervista per raccontarsi al quotidiano spagnolo ‘AS’. Dalla nascita della piccola Matilde, che si unisce ai fratellini Lorenzo e Matteo, per poi passare alla sua breve parentesi al Milan e i motivi che l'hanno spinto a tornare alla Juventus “In famiglia commentavamo come Matilda mi stia già cambiando la vita: mi sono infortunato una settimana prima della sua nascita, ho potuto assistere al parto e sono stato qualche giorno in casa con lei. Lorenzo? L’anno scorso ero quasi sempre a Milano e mi vedeva pochissimo, adesso è felice perché sono tornato a casa. È stato uno dei motivi che mi ha spinto a ritornare in bianconero. Se tifa sempre Torino? Appena è arrivato Cristiano sembrava potesse cambiare ma da quando ha iniziato a giocare nelle giovanili del Torino, è tornato sui suoi passi. La malattia del 2016? Sono stati cinque mesi molto duri e grazie a Matteo ho capito che posso vivere senza il calcio, ma non senza la mia famiglia, i miei figli. Per fortuna ora va tutto bene”.

La famiglia e non solo, Bonucci rivela di aver rifiutato l’offerta del Real Madrid per poter indossare nuovamente la maglia bianconera, dove ha ritrovato Barzagli e Chiellini, riformando la famosa BBC. Il Madrid mi ha cercato. È stato un orgoglio e un piacere essere un suo obiettivo, vuol dire che ho lavorato bene in questi anni. La chiamata della Juve, però, e la voglia di tornare a sentirmi a casa, hanno portato il mio cuore a decidere che il bianconero mi sta meglio. Con Barzagli e Chiellini mi diverto, siamo complementari e ognuno di noi riesce ad esaltare i punti di forza dell’altro. Ritrovare Buffon in Champions League? Preferirei di no, Gigi è il numero uno ma anche un grande amico. Con lui sono cresciuto ed è strano guardarsi le spalle e non vederlo. Ma abbiamo Szczesny, uno dei portieri più forti in questo momento, e Perin che sta crescendo tanto. Dybala? Sinceramente lo vedo più maturo. Non lo preoccupa più segnare o meno, lavora per la squadra e questo è importante. Lo scudetto? Non è facile come sembra, il livello del calcio italiano è migliorato. C'era un periodo in cui la Juventus era davvero troppo superiore alle altre e quando affrontavi Napoli, Inter o Milan sentivi che avresti vinto senza problemi. Ora non è più così” e sull'arrivo di Cristiano Ronaldo “Quando è arrivato non ero proprio felicissimo, visto che ero ancora un rivale. Ma se arriva Cristiano, il migliore del mondo, significa che il tuo livello si è alzato. Apprezzo la sua costanza e la sua semplicità. Ogni giorno, prima e dopo dell’allenamento, lo trovi in palestra. È una macchina, non si ferma. Lo puoi solo ammirare. Meritava il Pallone d’Oro, ma questo sarà un enorme stimolo per aggiudicarsi il prossimo”.

Bonucci poi analizza l’importante match contro l'Atletico Madrid e scherzando, lancia un avvertimento all'ex compagno Morata, arrivato a vestire la maglia dei Colchoneros a gennaio dopo l’esperienza al Chelsea L’Atletico? È una squadra complicata, che con Simeone non ti lascia un centimetro. Ma abbiamo l’obiettivo di arrivare in finale e dobbiamo superare l’ostacolo. A Madrid cercheremo di segnare almeno un gol. Dovremo lottare su ogni palla, sarà una battaglia. Morata? E' un amico, ma l’ho già avvisato: ‘Appena entrerai in campo, ti darò un bel po’ di botte’. Lui mi ha risposto: ‘Come fai sempre’. Se trova fiducia può diventare uno dei migliori al mondo, ma voglio che inizi a farlo dopo Atletico-Juve. Cosa ricordo della partita del 2014? Fu una partita bella, intensa, difficile ma più di ogni altra cosa, ricordo le botte con Mandzukic. Lui aveva una mascherina per il setto nasale, dopo un paio di scontri con me se la tolse e iniziò a fare sul serio”.



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