“Per un giocatore così rappresentativo come lui, essere qui gli fa onore”. Non è la prima volta che al nome di Leonardo Bonucci venga associato quello di 'Torino', rispetto a 'Juventus'. Il suo derby familiare è ormai cosa nota: il figlio maggiore, Lorenzo, è del Toro e ha una passione per il Gallo Belotti che non ha mai nascosto, anzi. Ed è così che lui, che con il calcio è cresciuto, nel calcio è voluto entrare, ma con la divisa di un altro colore. Fa effetto pensare a un Bonucci vestito di granata, e guarda caso più di una volta con il 9 sulle spalle quando vengono usate le maglie numerate. Eppure da più di un anno tutto questo è realtà. Lorenzo gioca nei “Piccoli Amici”, la scuola calcio del Toro: l’anno scorso era a Orbassano, nell’hinterland torinese; ora è al centro sportivo Poligru, dove figura tra i preselezionati di un gruppo particolarmente composito, che si andrà formando nei prossimi mesi.
A soli cinque anni, insomma, è arrivata una scelta di grande personalità, poi proseguita per questa stagione. Il riserbo, allora, fu molto: Bonucci si era appena trasferito al Milan, e si preferiva mantenere il più possibile privata quella che, a tutti gli effetti, era la scelta di un bambino di giocare a pallone. “Un bambino intelligente” dice chi lo segue volta per volta, “questo è sicuro. E molto amichevole. Forte? I bambini devono prima di tutto pensare a divertirsi, tutti quanti. Quel tipo di selezione arriverà molto più avanti”. Il suo gruppo, quello dei 2012, ha da poco cominciato la stagione, e ieri ha fatto effetto vedere Leonardo accompagnare Lorenzo al centro di allenamento del Toro. “Ma non è stata una sorpresa per noi”, dicono Vito e Paolo, tifosissimi del Torino e genitori di due ragazzi che si allenano con Bonucci junior, “da un anno lo conosciamo, anche se vederlo qui fa sempre un certo effetto”.
“La rivalità calcistica non c’entra - continuano - Bonucci si è dimostrato un grande uomo. Avrebbe potuto condizionare le scelte del figlio, e invece gli hanno fatto fare quello che preferiva. E poi, presentarsi qui è stato un bel gesto”. Il difensore della Juve non si è sottratto alla richiesta di qualche selfie e autografo, ma è soprattutto quello che ha detto ad aver fatto la differenza. “Io gli ho chiesto cosa provasse a venire qui - continua Vito - mi ha risposto: orgoglio. Perché vede suo figlio giocare con la maglia che più ama”. Lorenzo si è avvicinato al Toro quando da piccolissimo giocava al parchetto con altri bambini tifosi granata. Era un periodo molto difficile, i nonni aiutavano i genitori a sopportare la gestione della grave malattia che aveva colpito il fratellino e che per fortuna adesso è alle spalle.
Di certo, anche per affrontare questa dura parentesi, il bambino ha dimostrato grande personalità. Come quella di scegliere il Torino per calciare i suoi primi palloni. Senza la maglia numero 19 sulle spalle, per ora. Lui è contento quando gli viene assegnata la 9: il numero di Belotti...