Il Bologna ha ritrovato l’anima smarrita lungo il cammino. Il 4-1 rifilato al Parma lo conferma. Lo ha fatto grazie all’indole combattiva di Siniša Mihajlović e all’applicazione che hanno messo i giocatori per raggiungere una salvezza che ormai è distante solo 1 punto. Erick Pulgar è quel giocatore che trasmette la determinazione del suo allenatore in campo ai compagni di squadra. A volte lo stesso Miha deve fargli cenno di stare calmo e rifiatare perchè lo vede correre ovunque addosso agli avversari per recuperare palla e far ripartire l’azione.
L’allenatore del Bologna riconosce l’importanza tattica e caratteriale di Pulgar e lo vuole preservare durante la partita. Il tutto per evitare di sostituirlo per crampi. Vedere un guerriero come Siniša frenare un suo giocatore fa un certo effetto. Ma il cileno c’è sempre, qualsiasi cosa accada. L’uomo in più che serve a dare la scossa giusta quando i suoi abbassano la guardia. Insostituibile, il classe 1994 detta i tempi di gioco, prende le indicazioni di Mihajlović da smistare agli altri giocatori e propizia due autogol. A fine partita l’abbraccio collettivo ha lui come fulcro. Non potrebbe essere altrimenti. La serenità che trasmette all’ambiente sia in campo che fuori si nota. E quando è andato a segno in questo campionato il Bologna ha sempre vinto. Per qualcuno un caso, per noi una conferma. Il numero 5 del Bologna è il tuttofare e spina dorsale della squadra.
Di certo la vita da mediano cantata da Ligabue non è la sua. I piedi buoni c’è li ha eccome. I suoi modelli sono Vidal e Busquets, da cui cerca di imparare tecniche e segreti. E sa trasmettere ai compagni la voglia di dare di più e di crederci fino all’ultimo secondo. Miha e Erick vivono in simbiosi, quasi fossero la stessa persona. Quando l’uno parla l’altro tace e viceversa. Urlano entrambi, ma solo per spronare. Sono sulla stessa lunghezza d’onda e l’unione di pensiero e di intenti è totale. I ragazzi con la maglia rossa e blu fremono per passargli la palla. Dal loro atteggiamento del corpo rilassato si capisce che tra i piedi del cileno quella palla sarà in banca. E il ragazzo nato ad Antofagasta non li delude mai. Eppure quando nel 2015 si presentava a Casteldebole, Pulgar era timido e impacciato. Ora è tutta un’altra persona, è l’uomo del destino che ha preso per mano il Bologna e non vuole lasciarlo più.
Riccardo Despali