Il calcio post Covid ha un merito. Tra partite ogni tre giorni, infortuni più frequenti e la nuova possibilità di ricorrere a cinque sostituzioni è aumentato lo spazio per i giovani. L’ultimo esordiente, in Genoa-Juventus, lo ha lanciato Maurizio Sarri al posto di Dybala. Marco Olivieri, esterno della formazione Under 23 bianconera, dopo 7 panchine in prima squadra ha debuttato a Marassi nel giorno del 21esimo compleanno: “Mi sono emozionato. Con Marco c’è un rapporto speciale, a lui sono rimasto molto affezionato”.
A parlare è Emiliano Bigica, ex centrocampista della Fiorentina e fino allo scorso maggio allenatore della Primavera dei viola. Un’esperienza di tre anni conclusa dopo la vittoria della Coppa Italia e le tante finali raggiunte, tra cui quella Scudetto persa nel 2018 contro l’Inter di Zaniolo: “Ci siamo tolti tante soddisfazioni, ringrazio Corvino e Vergine. Con la nuova direzione tecnica di Pradè abbiamo deciso che è il momento di allenare i grandi e per arrivare a certi livelli dovevo abbandonare la Primavera. Ora bisogna avere pazienza, poche società stanno programmando. Spero di fare la scelta giusta”.
Gli anni di Empoli
Per capire il legame con Olivieri bisogna tornare però indietro. Stagione 2014/15: negli Allievi dell’Empoli dal Siena arriva un ragazzo del ’99, marchigiano di Porto Sant’Elpidio e cresciuto nelle giovanili dell’Ascoli. Qualità e fisico prestante, le sue caratteristiche colpiscono subito Bigica che di quella squadra è l’allenatore (LA STORIA): “Aveva grande potenza, a quell’età calciava già come uno grande. Un giocatore molto istintivo e veloce negli spazi, all’epoca doveva imparare solo a dialogare di più coi compagni. Era un po’ un cavallo pazzo”, ricorda a gianlucadimarzio.com. In Toscana ha fatto anche il centravanti, eppure la sua posizione naturale è un’altra: “Ama partire da sinistra e accentrarsi, lo faceva anche quando giocavo con due punte e un trequartista. Deve crescere per poter agire anche più centrale, con la capacità che ha di attaccare gli spazi potrebbe completare il suo bagaglio tecnico e diventare un giocatore importante”. Del primo Olivieri, anche dal punto di vista caratteriale, la memoria del 46enne barese conserva solo pregi: “Un ragazzo generoso, disponibile, simpatico e umile”.
Gol alla Roma e rimpianti
Tre anni a Empoli, la metà con Bigica: “Un bel percorso che l’ha portato fino all’esordio in Serie A. Io l’ho avuto un anno e mezzo. Al secondo di Allievi, nonostante fosse in età, decisero di farlo salire in Primavera insieme a Traorè”. Anche lui oggi in A con il Sassuolo. Un anno bastò comunque per segnare 11 gol e trascinare gli azzurri alla finale Scudetto contro la Roma. Dove Olivieri entrò e fece un gol dei suoi, prima di vedere il titolo sfumare per pochissimo: “Lo adoperavo spesso a partita in corso, era il più piccolo e mi ha risolto tanti problemi. Quel giorno però pareggiarono negli ultimi minuti e perdemmo ai supplementari una finale che ai punti avremmo meritato. Mi sarebbe piaciuto portare a Empoli un titolo dopo tanto tempo. Avevamo un gruppo molto unito dentro e fuori dal campo: giocatori di qualità e ragazzi dai grandi valori morali”. Proprio come Olivieri: “Ha la fortuna di avere alle spalle una famiglia sana, è importante che rimanga umile e continui ad allenarsi al massimo durante la settimana. Una delle sue doti era proprio questa e in partita poi si vedeva”.
Un grande futuro
Dopo Empoli Bigica è stato selezionatore dell’Italia Under 17. Proprio in azzurro l’ala della Juventus ha fatto tutta la trafila e giocato la scorsa estate anche il Mondiale Under 20 in Polonia, chiuso dalla squadra di Nicolato al quarto posto: “Con la sua forza e velocità non mi sorprende si sia imposto anche a livello internazionale. Ora deve continuare con l’Under 23 della Juventus o in una Serie B per proseguire la sua crescita. Tra i giocatori aggregati da Sarri è il più pronto”. Da limare resta un aspetto, all’attivo ci sono un paio di squalifiche pesanti: “Il suo essere così istintivo lo porta ad avere queste reazioni, deve controllare il suo agonismo. Ma la sua generosità e la voglia di non perdere mai sono la sua forza. Ha grande fame”. Quella che l’ha portato fino al debutto, il regalo più bello per il suo 21esimo compleanno.
di Gabriele Candelori