Luca Marrone, i misteri del calcio. Talento vero, a lanciare Luca fu Ciro Ferrara, ad innamorarsene niente meno che Antonio Conte. Esordio in A a 19 anni per l'allora gioiellino bianconero, che già a quell'età non difettava di nulla: fisico, tecnica, carisma. L'ex ct stravedeva per lui, tanto da affidargli prima il cuore del centrocampo, durante le assenze di Andrea Pirlo e da farne poi il vice Bonucci, affidandogli il comando della difesa nel periodo in cui il difensore azzurro rimase fuori. E Luca? Leader nato, a dispetto dell'età non sbagliò un colpo: è nata una nuova stella? Tutto sembrava già scritto, ma a volte il destino prende strade diverse. Qualche colpo di testa? Neanche questo... Fuori ragazzo esemplare, tutto campo e famiglia. Tanti infortuni, questo sì, ma la serie A sembra essersi dimenticata di Marrone troppo in fretta. Allora d'estate la scelta, Zulte Waregem, campionato belga, dove ha appena vinto la Coupe de Belgique. La chiamata del Cagliari arrivò troppo tardi: gli accordi erano già presi.
"Ho scelto il campionato belga per rimettermi in gioco con me stesso e perché è un torneo molto seguito da Inghilterra, Spagna e Germania" - racconta Luca ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com - "Finora sono soddisfatto della mia stagione. Ho trovato una buona continuità e la vittoria della coppa è stata una cosa speciale. Mi sento arricchito da questa esperienza perché qui si gioca un calcio diverso rispetto all'Italia, molto più fisico e meno tattico. E non manca neanche il talento: ci sono tantissimi giocatori bravi".
Un pregio e un difetto del campionato belga? "Mi piace il fatto che si viva lo sport in maniera pulita e positiva. Non mi piace il metodo play off per decretare il vincitore del campionato: penso che chi arriva primo merita di essere campione". Luca, facciamo un passo indietro. Tu torinese e juventino doc da sempre, come è nata la passione per il calcio? "Come tanti bambini sono cresciuto con un pallone tra i piedi. Ho tirato i primi calci al Lascaris a 5 anni, ma poi sono passato subito nel settore giovanile della Juve. Ricordo le prime partitelle, tanti bambini come me con un sogno grande e la gioia nel giocare tutti insieme con la maglia bianconera. Sono sempre stato juventino e da piccolo i miei idoli erano Zidane e Del Piero".
Cosa ti ha insegnato il "mondo Juve"? "Mi ha insegnato disciplina e i valori importanti e mi ha fatto crescere soprattutto come uomo. Mi ha poi indubbiamente permesso di affinare le doti tecniche. Ricordo con affetto le feste di Natale quando potevamo fare le foto con i nostri idoli: le conservo ancora gelosamente a casa. E poi mi emoziona vedere la mia maglia dell'esordio appesa a Vinovo... Quel giorno ero molto emozionato, non mi aspettavo di entrare in campo alla prima partita di campionato. Per questo ringrazio Ciro Ferrara". E Conte? Luca sospira: "Per me è stato fondamentale. Mi ha voluto a Siena e mi ha portato con se alla Juve. Mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore. Mi ha insegnato un nuovo ruolo nella difesa a 3. Penso sia uno dei migliori allenatori in circolazione".
Modello? Ti lascio una scelta difficile: Pirlo o Bonucci? "Entrambi (ride). Pirlo è un maestro e gioca con una naturalezza imbarazzante. Fa sembrare tutto facile. Da Bonucci e dagli altri difensore ho cercato di apprendere il più possibile: Leo è un leader, sa comandare la difesa come nessuno. Compagno speciale? Se proprio devo fare un nome dico Lichtsteiner, con il quale ho condiviso tanti ritiri in hotel. Durante gli allenamenti, però, i migliori consigli li ho ricevuto da Chiellini e Marchisio cercavo di seguirli per imparare". Una dedica a parte penso la meriti Alex Del Piero? Altro sospiro: "Grande professionista e grande uomo. Ha una fortissima personalità e mi ha aiutato molto con la frase più semplice del mondo: 'Gioca come sai, senza paura di sbagliare'. Ma detta da lui vale più di mille consigli".
Segno del destino, il primo gol bianconero arrivò il giorno dell'addio di Alex: "Ancora mi vengono i brividi. Lo Stadium festeggiava due volte, emozione fortissima. Anche se avevamo già vinto lo scudetto per me è stata una gioia incredibile, in più era anche la partita d'addio del capitano. Una giornata che non scorderò mai". Poi tanti prestiti, alcuni anche sfortunati: quale ricordi con più piacere? "Da tutte le esperienze ho cercato di trarre degli insegnamenti che hanno contribuito al Marrone di adesso: mi hanno fatto maturare. Però Siena è stata la mia prima volta lontano da Torino e quindi ho un ricordo speciale". Com'è la vita da giocatore della Juve fuori dal campo? "Ah la mia normalissima (ride di nuovo). Sono un ragazzo tranquillo, mi piacciono le cose semplici. Sono fidanzato con Astrid da 7 anni e a giugno ci sposeremo. Mi piace ascoltare musica, fare passeggiate e quando possibile viaggiare. Anche la famiglia è un valore fondamentale per me".
A proposito di musica... so che ti piace molto il rap e l'hip-hop: cantante preferito e canzone che ti carica? "Il mio rapper preferito? Eh, scelta difficile. Drake, dai, e la canzone che ascolto più volentieri è One dance. Però nel pre-gara ho anche un altro piccolo rito porta fortuna: entro in campo con il piede destro e allaccio sempre prima la scarpa destra". Piatto preferito? "Qui la scelta è più facile: quando posso permettermelo un bel piatto di pasta alla carbonara". Ricordo più simpatico dello spogliatoio juventino? "Tanti, ma se devo sceglierne uno ricordo ancora un episodio capitato a Trieste, dopo la vittoria dello scudetto. Borriello prese il microfono e fece piegare tutti, in collaborazionecon il malcapitato Giaccherini: se ci penso ancora rido". L'intervista è quasi finita. Nella speranza di rivederti presto in Italia, qual è il tuo sogno e quali gli obiettivi? "Il mio sogno è vincere ancora tanti trofei, come successo nella Juve e quest'anno nello Zulte Waregem e, naturalmente, riuscire a vestire la maglia della Nazionale. Non so dove sarò la prossima stagione. Qui con lo Zulte Waregem abbiamo guadagnato l'accesso alla fase a gironi della prossima Europa League quindi valuterò insieme al mio agente tutte le proposte che arriveranno".
Magari dalla serie A, per rivedere protagonista uno dei più grandi talenti degli ultimi anni e fare un po' di giustizia con la fortuna.