"Per tutta la mia vita ho fatto sogni che a tutti sembravano irrealizzabili". Parlava così Silvio Berlusconi lo scorso 17 febbraio in una lunga intervista a Sky Sport prima di Milan-Monza. L'ultima intervista calcistica del Cavaliere, scomparso il 12 giugno a 86 anni.
"Il Milan è la mia squadra del cuore - raccontò - Andavo a vedere le partite del Milan con mio papà, il Milan ce l’ho dentro da sempre. Quando ho preso il Milan volevo che diventasse la squadra più forte del mondo e ci sono riuscito. Ho vinto tutto".
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In 31 anni da presidente rossonero, Berlusconi ha riscritto la storia del club vincendo tutto: 29 trofei in bacheca, tra cui 8 scudetti e 5 Champions League. "Di quella del 1994 ho un ricordo forte - ammise - Ero a Roma a chiedere la fiducia del Governo e non riuscì ad andare ad Atene. Chiamai a Galliani a fine partite e mi disse che avevamo vinto 4-0. Inanellando tutto quello che abbiamo vinto, ancora un po' di orgoglio lo sento dentro".
Tanti i giocatori cresciuti sotto la sua ala al Milan: "A Maldini voglio molto bene, è figlio e padre di giocatori del Milan - raccontava Berlusconi - Voglio bene a tanti del mio Milan. A Gullit, a Van Basten. Il più grande? Baresi, giocatore fantastico, uomo di un’onestà incredibile, amato e rispettato da tutti, anche dagli avversari".
"Monza? Non era giusto che restasse in D"
In quella intervista, Berlusconi parlò anche dell'ultima sua avventura nel mondo del calcio, quella al Monza: "Il Monza l’ho preso non per il calcio, ma perché ammiro la realtà brianzola e perché ho pensato che dopo 110 anni non era giusto che il Monza restasse in Serie D. Quando abbiamo preso la squadra era in D, poi in C, in B e in A. Adesso i tifosi del Monza hanno l’ambizione di partecipare alla Serie A, se dovessimo vincere anche lo Scudetto dovremmo andare a giocare a San Siro".