Benzema, Lloris, Ibrahimovic. Ma anche Jordi Alba, Messi e Sergio Ramos. La sessione di calciomercato non è ancora cominciata ma l'estate 2023 sembra già essere quella degli addii illustri.
Rapporti che sembravano destinati a non finire mai, amori tormentati e altri mai sbocciati per davvero. In ogni caso, separazioni dolorose, destinate a segnare un prima e un dopo.
2023, è già l'estate degli addii
Cominciamo da Benzema. Una carriera da "underdog", da comprimario, fino alla consacrazione. "Gioco per chi capisce di calcio", ha dichiarato in passato il pallone d'oro 2022. Un giocatore universale, capace di interpretare al meglio l'idea contemporanea di centravanti. Lascia un'eredità riassunta da questi numeri: 648 presenze, 354 gol, 165 assist. E soprattutto: 5 Champions League, 4 campionati spagnoli.
Chi ha lottato per conquistarsi l'amore dei propri tifosi, come Benzema ma con meno successo e soprattutto meno tempo a disposizione, è stato Lionel Messi. Un trasferimento clamoroso, quello dell'estate 2021; le parole al veleno sul presidente Bartomeu, il sogno di un tridente da Champions con Mbappé e Neymar. Nulla di tutto questo: l'unica parentesi felice, in mezzo ai fischi e all'indifferenza del Parc des Princes, Messi l'ha vissuta lo scorso dicembre, con la vittoria dei Mondiali con la sua Argentina. Ironia della sorte: un successo arrivato in Qatar, la casa dello sceicco Al-Khelaifi proprietario del Paris.
Un capitolo a parte lo merita anche Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese sembrava un calciatore finito, ai tempi della MLS. L'infortunio al ginocchio di qualche anno prima sembrava il sipario su una carriera con pochi eguali nella storia. E invece... Chi l'avrebbe detto, nel 2020, che Ibra sarebbe diventato l'uomo in più del nuovo Milan, il segreto del successo di una squadra di giovani? Forse solo Maldini e Massara, che lo scelsero pochi giorni dopo il 5-0 subito dall'Atalanta a Bergamo. Posero le basi per lo scudetto 2022. Intanto Ibra ha messo insieme, nella sua seconda parentesi rossonera, 26 gol. Non male per un "vecchietto" di 41 anni.
Saluta anche Hugo Lloris, bandiera di un Tottenham senza Europa dopo 14 anni. Tre in meno di quelli trascorsi nel nord di Londra dal portiere francese, campione del mondo 2018 e leader e punto fermo di un club in continuo cambiamento, alla ricerca di un successo che non arriva mai. Commuove Jordi Alba, arrivato ragazzino in Catalogna e trasformato nel terzino sinistro più forte del mondo.
Diverso il discorso per Sergio Ramos, arrivato anche lui, come Messi, per portare l'esperienza necessaria alla vittoria della Champions, ma spesso frenato dagli infortuni. Nella Madrid che è stata di Ramos, lascerà rimpianti Marco Asensio, una delle più grandi promesse della Casa Blanca e della nazionale spagnola, fermato anche lui da un fisico fragile. "Questa sarà sempre casa tua", gli ha detto il Real. Perché addii come questi non potranno mai essere definitivi.