Una nuova vita, lontano dall’Italia. Un’avventura prestigiosa, ricca di responsabilità. Ma per Cesare Prandelli le sfide non sono mai state un problema. L’allenatore è stato appena presentato alla stampa in conferenza, alla presenza anche del direttore sportivo del Valencia, Suso.
“Sono affascinato dalla mentalità valenciana che somiglia molto a quella di Firenze: sono piazze che vogliono sempre sentirsi protagoniste. Ho parlato con Peter Lim ed è un imprenditore più vicino al club di quanto non sembri, con un progetto a lungo termine che, a mio avviso, è la base per un’idea vincente. Perché l’obiettivo sarà riportare una società gloriosa come il Valencia in alto, cominciando da una qualificazione in Champions League, che non so ancora quando potrà arrivare” ha esordito deciso Prandelli.
La rosa manca ancora di alcuni innesti, ma l’allenatore non si preoccupa: “Non devo pensare al mercato futuro, il mio obiettivo è quello di trasmettere una mentalità di squadra e valorizzare i calciatori che ho a disposizione, che per me già sono i migliori della Liga. Quando ho incontrato Suso mi ha dato garanzie sulla serietà professionale dei calciatori, poi ha fatto un gesto bellissimo: stava ascoltando la partita del Valencia e al gol si è inginocchiato. Ho capito che c’è una forte emozione, anche se sei il direttore sportivo di un club così prestigioso. C’è stata subito empatia tra noi”.
In ultimo, le questioni di campo: “Mi è dispiaciuto non poter portare il mio preparatore dei portieri, ma ho conosciuto quello che c’è qui ed è una garanzia assoluta. L’idea di gioco che voglio portare è quella di collettivo, di compattezza, con poche idee ma chiare. Il primo aspetto su cui lavoreremo è la riconquista della palla, bisogna pressare più alti, vorrei che la tenessimo sempre noi! Tre portieri di livello in rosa? Non è mai un problema avere giocatori forti, spero piuttosto che tra loro si trovino bene. Diego Alves è sicuramente il miglior para-rigori che abbia mai visto, ma speriamo di non subirne”.