E’ difficile fare l’attaccante. Se non altro per una questione meramente numerica: contano i gol e basta. Lo sa fin troppo bene Marco Guidone, che ieri ne ha fatti addirittura due contro il Gubbio. “Sono stato felicissimo, non segnavo da settembre. E per un nueve come me segnare è tutto. La mia Reggiana stava e sta andando bene, ma quando non faccio gol è come se mi manca qualcosa dentro di me. Noi viviamo per segnare, un po’ come se a un pittore gli togli il pennello nel momento in cui deve andare a firmarsi il quadro. Tutto bello e carino, ma se manca il tuo tocco…”. Metafora di quelle importanti, senz’altro ben riuscita.
D’altronde si è abituato per via del suo cognome, molto ‘duttile’. “Tocchiamo subito un bel tasto. Mi chiamano tutti ‘Guido’, Marco chi è?”. Guido Guidone non è mica così male, dai… “Già che abbiamo iniziato, completiamo l’opera: Guido ‘Big Drive’, qui alla Reggiana mi chiamano così”. Ma la domanda più importante riguarda, a questo punto, l’aspetto automobilistico. Quando vai a comprare la macchina è come se fossi a tu per tu con il portiere: non puoi sbagliare… “Esatto! Infatti mi sono comprato la Jeep Renegade per fugare ogni dubbio”.
Il bello viene poi per quel che riguarda il colore… rossoneroazzurro? “Togliamo il rosso e siamo apposto. Ho fatto due anni di esordienti nel settore giovanile del Milan, ma sono un grande tifoso dell’Inter. Avevo l’abbonamento in Curva Nord e – racconta Guidone ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – seguivo la squadra anche in trasferta. Erano bei tempi, ora ho altri pensieri…”. Sono cambiati i tempi, la classica frase jolly da poter calare all’occorrenza. E sono cambiati anche i capelli…. “A Carrara li avevo abbastanza lunghi quindi mi paragonavano a Toni. Ma calcisticamente parlando non è mica tanto azzeccato, lui è stato un grande campione. Oltre a Toni, guardo anche Dzeko e Icardi…”. D’altronde il primo amore (nerazzurro) non si scorda mai.
Un tipo tranquillo Guidone, nessun hobby particolare. Ama andare al cinema, ma non di questo periodo. “I cinepanettoni non mi piacciono, a dicembre passo…”. E’ un po’ il periodo della malinconia questo, a dir la verità. Rimpianti? “Non aver preso il diploma alle Superiori, spero di recuperare in futuro”. Pesavano i libri eh, a scuola come andavi? “Generalmente in bicicletta. Scherzi a parte, non benissimo e infatti ho mollato all’ultimo anno”.
Magari in ottica futura potresti tatuarti qualche pagina del libro di matematica… “Non c’è più spazio, purtroppo. Per la felicità di mia madre, ho le braccia belle colorate”. Le iniziali dei suoi genitori e di suo fratello i tatuaggi più significativi: tiene molto alla sua famiglia, Guidone. Sorride spesso, ottimismo la parola chiave. Un po’ per natura, un po’ per le circostanze della vita che, alla fine, nel bene o nel male finiscono per plasmare le inclinazioni di ognuno di noi, “questi ultimi due anni li definirei un mix tra un film horror e uno di fantascienza. Meglio guardare avanti…”.
Guarda alla Reggiana, al sorriso ritrovato e…alla maschera del cavallo con la quale realizzano sketch di un certo tipo nello spogliatoio. “L’ha comprata Pedrelli e da quando l’ha portata ogni settimana facciamo un video diverso. Quella passata il protagonista sono stato io, me la sono messa mentre mangiavo i pasticcini. ‘Il cavallo e i pasticcini’, il titolo forse un po’ banale. E’ diventata la nostra mascotte e anche il mister ogni tanto ci chiede, ‘il cavallo come sta?’. Vediamo questa settimana a chi tocca…”.
Cinema e gol, in un senso o nell’altro il futuro è assicurato. “Speriamo nei gol, dai. Anche se ormai a 30 anni non ho più sogni nel cassetto, voglio solo arrivare il più in alto possibile con la Reggiana”. Bello e condivisibile Guido, ma attento che sei già un metro e novanta…