L’ha rovesciata. E l’ha cercata, tra l’altro. Pure tanto. Che poi i tifosi ridendo si dicevano: “Se non prova a segnare così almeno una volta a partita, non è contento”. Il fatto è che spesso ci riesce. Non sempre. Ma quando capita, cambia tutto. A fine partita, fa quasi fatica ad arrivare a salutare le curve per quanto è stanco, perché Belotti in campo dà tutto quello che può.
Lo stadio intona le note di Funky Gallo, i tifosi poi lo salutano con un coro più artigianale. Lui sorride, ricambia, si arrabbia se pensa che all’inizio il suo Toro era in svantaggio: “Dobbiamo migliorare l’approccio. Perché abbiamo giocato due tempi in maniera diversa?” commenta a fine partita a Sky. È la cosa che più gli dà fastidio, dopo aver provato per 90’ a segnare. In 4’ ribalta tutto: Torino-Milan finisce 2-1, Mazzarri esulta e Giampaolo si dispera. Partita vissuta a due facce per entrambi.
Nel Toro, la rabbia alla fine del primo tempo era tanta. Enorme. Come il gol che Belotti non è riuscito a segnare a pochi secondi dal fischio di Guida. Arriva l’intervallo per ricaricarsi, ripartire, ribaltare tutto e tutti. I contrasti non si contano nemmeno: fatti e subiti. Le due reti sono di un’intensità micidiale: un tiro da fuori che piega Donnarumma (non perfetto); l’altro, di rovesciata, che cambia tutta la partita. Per una volta, tra l’altro, il Gallo segna così sotto la Maratona: contro il Sassuolo, l’anno scorso e due anni fa, era stato nell’altra porta.
I temi potevano essere tanti: la sfida Sirigu-Donnarumma; i nuovi del Milan in campo; il ritorno di Bonaventura; Piatek di nuovo in gol (su rigore). Ma in un modo o nell’altro, Belotti cambia tutto. Le partite del Torino si possono descrivere con i suoi gesti, con le sue facce, con i suoi gol. Questa volta è la rovesciata. Di nuovo.