Aveva lasciato Milano con il sorriso sulle labbra, nonostante tutto, in un freddo mattino di fine gennaio, con la consapevolezza di aver avuto tante, troppe occasioni sprecate alle spalle. Un pizzico di senso di incompiuto dentro, la voglia di ritrovare motivazioni nel campionato in cui, da sempre, aveva sognato di giocare: la nuova vita di M’Baye Niang, ora, si chiama Watford. E a giudicare dalla prima volta in Premier, con tanto di gol e assist, la sensazione è che le premesse possano finalmente rispecchiare la realtà.
Può esser forse presto per parlare, non per constatare. Per molti, a Londra, è già “Beast” e man of the match odierno, decisivo contro il Burnley: ma dovranno essere i prossimi mesi, a differenza di una rondine non necessariamente in grado di far primavera, a dire quale Niang la Premier restituirà agli occhi di tutti. Quel che è certo, tuttavia, è che forse nemmeno lui potesse aspettarsi un avvio simile, al di là di ogni intenzione nel cancellare la brutta controfigura di se stesso vista nelle ultime settimane di un capitolo rossonero che, a fine stagione, potrebbe anche concludersi definitivamente.
Novità (manco a dirlo) la parola chiave del nuovo capitolo targato Hornets: perchè oltre ad un inglese a malapena masticato, e ai 70’ all'esordio assluto nell’inconsueto ruolo di esterno destro nel 4-1-4-1 scelto da Mazzarri contro l’Arsenal in FA Cup, Niang ha trovato il suo primo gol a Vicarage Road in un modo particolarmente inusuale per lui. Cross dalla sinistra di Holebas (Roma, ricordi?) e bella spizzata sul secondo palo a pescare l’angolino: rete numero DUE in carriera (su 27 totali) realizzata di testa, a quasi due anni esatti dall’unico precedente, con la maglia del Genoa e contro l’Hellas Verona. Con quel -7 che, sul countdown di gol realizzati per l’obbligo di riscatto in favore del Watford, inizia già ad avvicinare un po’ di più Niang alla definitiva permanenza a Londra.
E che fosse giornata, per M’Baye, si poteva intuire già dall’avvio di partita: carico (anche troppo) e vittima del primo giallo del match dopo 6 minuti, poi protagonista con l’assist sfornato a Deeney per il momentaneo 1-0. Atteggiamento giusto, mantenuto per buona parte di gara e fino all’81’, quando Mazzarri decide di tributare lui i meritati applausi di un pubblico che, alla prima occasione dal vivo, ha già avuto modo di apprezzarlo. Se potrà farlo anche nella prossima stagione, resta ancora totalmente da vedere: ma di questo passo, la cavalcata di Niang verso un lungo futuro in Premier può davvero arrivare a compimento. Iniziando e proseguendo la sua nuova avventura inglese con un sorriso, perso troppe volte per strada, anche quando tutto sembrava finalmente volgere per il verso giusto: da indispensabile al Milan a partente, da pupillo di Montella ad elemento sacrificabile, in pochi attimi. Gli stessi usati per confezionare la prima gioia in maglia Watford: dove la N, tra Niang e novità, funge da minimo comune denominatore per l’obiettivo rinascita.