“Cheddira? Fino a quando rimane qua va considerato un giocatore del Bari. Se sta bene non vedo perché non debba o non possa giocare”. La voce è quella di Michele Mignani alla vigilia di Bari-Parma, trentaduesimi di finale di Coppa Italia in programma sabato 12 agosto alle 18 allo stadio San Nicola. Il futuro dell’attaccante marocchino, 22 gol tra campionato e Coppa Italia nella scorsa stagione, tiene banco. L’allenatore del Bari al momento lo considera tra i tesserati a disposizione: “Se la società mi dice che è disponibile, lo faccio giocare. Se mi dice di non farlo giocare, non lo faccio giocare. Se poi cambiano determinate dinamiche, questo non posso saperlo ora”.
È stata un’estate di cambiamenti quella vissuta dal club biancorosso. Gli innesti di Brenno e Sibilli (“Brenno? Per una serie di motivi pensiamo possa dare un grande contributo tra i pali. Sibilli è un calciatore che offre più soluzioni e può garantirci imprevedibilità” evidenzia) fanno la somma con Menez, Nasti e Faggi e compensano gli addii di Caprile, Benedetti, Botta, Antenucci, Esposito e Folorunsho. “Non siamo completissimi al momento - spiega Mignani - alla società non ho chiesto nulla. Faccio il mio mestiere e alleno la squadra che mi viene data. Sono convinto che anche quest’anno la squadra sarà fatta in maniera competitiva. Alla fine del mercato mancano tanti giorni, abbiamo giocatori in uscita e caselle in entrata da riempire. Poi con entusiasmo mi metterò ad allenare i giocatori che ho a disposizione per ottenere il meglio da loro: non mi metto certo a chiedere perché non è nel mio costume”.
Nella mente dell’allenatore sono chiari anche gli obiettivi: “Devo tirare fuori il meglio dalla squadra che ho - assicura Mignani - l’ho fatto e ci sono riuscito nei primi due anni a Bari, poi ogni anno è diverso dagli altri. A inizio campionato nessuno ci considerava la terza squadra per rapporti di forza, poi è andata così. Vuol dire che abbiamo fatto molto bene e che probabilmente qualcuno ha fatto meno rispetto alle aspettative. Anche quest’anno c’è chi è retrocesso dalla Serie A, chi ha mancato un obiettivo e magari ha reinvestito per farlo: la concorrenza sarà tanta. Il presidente ha fissato l’obiettivo playoff, io faccio fatica a fissare un obiettivo: la squadra è incompleta, gli avversari non si conoscono. Ora come ora possiamo dirci solo che dobbiamo dare il massimo. Cosa mi aspetto? Per me è il secondo anno in Serie B e il mio primo pensiero è dimostrare di essere all’altezza di questa categoria perché un anno non basta”.
L’estate 2023 ha consegnato a Mignani anche il prolungamento del contratto fino al 2025: “La finale playoff persa contro il Cagliari ha lasciato degli strascichi, inutile negarlo - ammette - ho sempre sentito la fiducia della società e del direttore. Che poi non si possa piacere a tutti è scontato. Leggo anche che Allegri e Inzaghi non vanno bene a tutti, figurarsi Mignani. Quando il direttore mi ha detto ‘andiamo avanti’, allora mi sono inorgoglito. Il terzo posto mi ha dato uno slancio, parlo per me e di questo sono certo”.