La passione per il Napoli, le emozioni dell'esordio, il rapporto speciale con Genova e Udine: Floro Flores apre l'album dei ricordi. Si inizia dall'ultima foto, la partita numero 500 tra i professionisti:
"Non vedo il traguardo" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport- "Sono pervaso dalla voglia di giocare che avevo fin da ragazzino. Le mie prime 500 da professionista, però, sono una bella soddisfazione. Il frutto del lavoro, dei sacrifici di una vita trascorsa con la mia grande passione, il calcio. Credo di aver lasciato un buon ricordo ovunque. Perugia e Arezzo mi hanno lanciato, tifo per il Napoli, la squadra della mia città, a Genova sono legato da un rapporto ancora fortissimo con i tifosi. E a Udine ho fissato la mia residenza. Bari? È il sogno finale. Per me sarebbe una grande gioia, un onore contribuire a riportare il Bari in A. Per il prestigio di club e città. Una promozione a Bari equivale a 10 in qualsiasi altra squadra di B. E poi… Andare in A vorrebbe dire aggiungere una lusinghiera appendice alla mia carriera. Mi scatterebbero altri tre anni di contratto. Partirebbe un’altra storia".
Floro Flores parla del giorno più bello della sua carriera: "L’emozione più grande. Non avevo ancora 18 anni, mi ritrovai a salire i gradini del San Paolo che portano al campo. Dovevamo affrontare il Milan (finì 0-0). La mia vita è racchiusa in quei lunghi attimi, stavo coronando il mio sogno. Lo stesso di tanti scugnizzi. Sul piano dei gol, invece, non dimenticherò mai quelli realizzati per la salvezza del Sassuolo, quattro anni fa". Ricetta per la promozione del Bari: "Siamo costruiti per giocare al calcio, non per fare battaglia. Dovremmo essere più ignoranti, cattivi. Non è mai facile cambiare pelle, ma possiamo farcela. Dipende solo da noi. A Vercelli duello con Bianchi? Siamo vecchi amici, abbiamo giocato insieme in Nazionale. Spero che Rolando ne faccia due. E io tre".